Abstract
[Ita:]Il saggio esamina due tesi: secondo la prima l’uomo moralmente buono generalmente soffre, talvolta fino a subire persecuzioni, quello malvagio invece prospera e consegue il successo nel mondo; per la seconda, amplificatasi soprattutto a partire da Nietzsche, la virtù non solo non rende felici, ma è essa stessa la causa dell’infelicità.
L’antinomia tra virtù e felicità deflagra poi oggigiorno in una temperie emozionalista, nella quale il fine è essere sempre intensamente emozionati e l’imperativo morale è: «libera le tue emozioni».
Si tratta allora di rilevare il nesso amore-felicità/contentezza, quello tra virtù e amore, quindi quello tra virtù e felicità/contentezza: l’uomo pienamente virtuoso vive per amore e perciò può sperimentare momenti di felicità e vivere con uno stato d’animo durevole di fondo di contentezza.
Per contro, chi si fa invadere dalle emozioni intense e le cerca continuamente, finisce, non subito bensì a lungo andare, per diventarne sottomesso, finisce per mutilare la propria libertà e per impoverire gravemente la sua capacità di esperire sentimenti.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Virtue, emotions and happiness: contrast or relationship? |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 27-42 |
Numero di pagine | 16 |
Rivista | EGERIA |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2013 |
Keywords
- emozioni
- felicità
- virtù