Abstract
[Ita:]Il convincimento che la didattica “per far bene” debba prevedere una
co-costruzione di conoscenza e di prassi fra formatori e formandi costituisce
lo sfondo teorico entro cui va collocato il presente contributo. In generale, nei corsi di ambito
metodologico più che altrove, gli studenti incontrano due principali
ostacoli: la pertinenza fra i contenuti proposti e la pratica educativa
appare loro non evidente e faticano a individuare modalità efficaci
per mettere in pratica quanto proposto fuori da una dinamica meramente
applicativa ed esecutiva. Il contributo intende far risaltare che “la didattica che fa bene” non appartiene soltanto agli spazi laboratoriali, ma può trovare efficaci forme
attuative nel rispetto delle specificità e dei vincoli dei diversi contesti.
In un corso curricolare l’esigenza di predisporre specifiche modalità di
valutazione pone ulteriori interrogativi: come sviluppare modalità valutative
coerenti con una didattica attiva? Si può fare didattica in modo innovativo
mantenendo modalità valutative tradizionali? Come è possibile tenere
conto dell’integrazione fra teoria e pratica nei meccanismi valutativi?
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Towards the professional world: an educational design experience |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | La didattica che fa bene. Pratiche laboratoriali e di ricerca nella formazione universitaria |
Editor | ANDREA TRAVERSO |
Pagine | 65-81 |
Numero di pagine | 17 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2015 |
Keywords
- University teaching
- didattica universitaria
- pratica professionale
- professional practice