Abstract
[Ita:]Prendendo spunto dall’esame di una sentenza della Corte di cassazione, il contributo analizza in chiave critica il concetto di straining che emerge da alcune pronunce di condanna ex art. 2087 c.c. Ponendo in relazione tali decisioni con il diffuso orientamento giurisprudenziale in materia di mobbing, l’autore evidenzia le difficoltà di ordine logico che impediscono di considerare lo straining una figura dotata di autonoma rilevanza sul piano giuridico. In questa prospettiva, vengono quindi sottolineati i rischi insiti in un uso disinvolto di tale categoria descrittiva in funzione risarcitoria, sostenendosi la necessità di evitare di estendere l’area della responsabilità datoriale anche a disagi emotivi privi di oggettiva percepibilità.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Everything is straining, nothing is straining |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 283-295 |
Numero di pagine | 13 |
Rivista | LABOR |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2016 |
Keywords
- Damages
- Mobbing
- Risarcimento
- Straining