Abstract
[Ita:]Per affrontare i temi bioetici inerenti alla fine della vita occorre mettere a fuoco la questione della proporzionalità dei trattamenti. Spesso la dimenticanza del limite intrinseco all’arte medica può sfociare in un duplice e contraddittorio atteggiamento: l’accanimento terapeutico da un lato, l’abbandono terapeutico dall’altro. L’incapacità di riconoscere nel concreto la finitezza porta infatti a non accettare la morte, a negare la su ineluttabilità o a sfuggirla nella sua complessità antropologica ed esistenziale. La negazione del limite, inoltre, ha come esito anche un possibile rapporto conflittuale tra il medico e il paziente, con il risultato della strutturazione di una medicina difensiva e di stampo contrattualistico.
La proporzionalità di cui si parla è un criterio, e come tale richiede una valutazione puntuale, nella situazione, senza un rigida e aprioristica codificazione. Spesso, comunque, la ritrosia ad accettare, a livello sociale o nella comunità scientifica medica, il criterio di sospensione dei trattamenti quando questi si rivelino sproporzionati, nasce dalla confusione concettuale tra uccidere e permettere di morire, nonché tra omissione e sospensione. La differenza tra queste azioni sfuma solo se si sposta il peso della valutazione sull’intenzione o sulle conseguenze, la cui omogeneità veicolerebbe l’equivalenza morale degli atti. Nelle pagine che seguono si mostra inoltre la connessione della cura con il tema della qualità di vita e con l’importante campo delle cure palliative.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] To cure and to care in end-of-life situations: proportionality and palliative care |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 9-19 |
Numero di pagine | 11 |
Rivista | PERSONA Y BIOETICA |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2009 |
Keywords
- Bioethics
- Ethics
- bioetica
- cura
- death
- etica
- morte
- to cure, to care