Abstract
[Ita:]Una conversazione al telefono può dirci molto di una persona e nello stesso tempo permette anche di nascondere, bleffare, riguardo all’aspetto, alla occupazione, alla sofferenza che si prova. Non siamo esposti allo sguardo del nostro interlocutore che proverà ad immaginarci attraverso i segnali che lo raggiungono: le caratteristiche della nostra voce e lo stile, il modo con cui la usiamo, insieme a ciò che in quel momento stiamo comunicando. La voce ci presenta al nostro interlocutore che inferisce agilmente il sesso, ci attribuisce una età e delle caratteristiche personali, quali la sicurezza o insicurezza, il grado di cultura, il nostro stato emotivo. Tuttavia, molti sono i margini di finzione, o anche solo di nascondimento, perché il telefono lascia molti gradi di libertà nel sottrarsi allo sguardo dell’altro e al suo “esame”. La conversazione telefonica unisce, quindi, strumenti potenti di narrazione di sè e di contatto come la voce e il discorso, con un medium - il telefono - che lascia ai due interlocutori l’ampia possibilità di valutare e modificare il registro di confidenza (estrema, attenuata, o addirittura simulata) e non chiede un contatto fisico e contestuale diretto e invasivo. In questo contributo proviamo ad approfondire la nostra conoscenza dell’uno e dell’altro, della voce e del medium, per utilizzarli entrambi nelle loro potenzialità .
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] I'll call you, so I exist. The voice: presence, identity and instrument of action |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Contatti sul filo. Call center tra moderne e tradizionali modalità di comunicazione |
Editor | BARBARA BERTANI, MARIA RITA CICERI |
Pagine | 11-26 |
Numero di pagine | 16 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2009 |
Keywords
- emozioni
- empatia
- media
- voce