Abstract
[Ita:]L’esecuzione di un test genetico consente di acquisire - a differenza di altre procedure diagnostiche - conoscenze non solo su un singolo paziente, ma anche su quanti gli sono geneticamente relati (“parenti genetici”). Invocando l’esercizio della propria autonomia, un paziente può - però - giustificare la propria volontà di non volere conoscere il risultato del test o di non informare i parenti genetici sul loro rischio di sviluppare la stessa patologia, anche nel caso in cui siano disponibili interventi preventivi e trattamenti terapeutici. Si pone, dunque, l’interrogativo di come si possa conciliare il “diritto alla conoscenza”
dei parenti genetici con l’eventuale volontà del paziente di non informare o di non voler conoscere. Tra i molti dilemmi morali che questo ambito può generare, il contributo ha l’obiettivo rispondere a tale interrogativo e di approfondire alcuni aspetti della comunicazione
intrafamiliare concernente l’uso dei test genetici in oncologia.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Genetic tests in oncology and intrafamily communication: autonomy vs responsibility |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 200-204 |
Numero di pagine | 5 |
Rivista | LA CLINICA TERAPEUTICA |
Volume | 166 |
DOI | |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2015 |
Keywords
- comunicazione intrafamiliare
- test genetici