Abstract
[Ita:]L’Autore, a partire dalla riflessione di Christie secondo la quale occorre rifiutare
la violenza della sanzione penale per superare le ragioni che hanno portato al conflitto
tra vittima e reo, pone in discussione le tradizionali teorie della pena che partono
dal presupposto del diritto come gestore egemone della forza legittima, come “oligarca
della violenza”. Un’efficace politica criminale deve promuovere il consenso dei cittadini
alla prescrizioni dello Stato, piuttosto che un’obbedienza ottenuta attraverso il
timore della sanzione. La risposta al reato deve dar luogo a un rapporto biunivoco: non
a una ritorsione ma a un progetto, con cui l’agente di reato restituisce qualcosa alla società
in termini di responsabilizzazione, ma al tempo stesso riceve risorse significative
per il suo futuro. Da questo punto di vista, le pratiche della restorative justice possono
essere utili per raggiungere l’autentico obiettivo del diritto penale che non è quello di
infliggere la sanzione, ma di riguadagnare il consenso rispetto alle norme trasgredite.
Ciò conduce anche a una corretta concezione laica del perdono, che implica la rinuncia
a prassi vendicative e la disponibilità alla reintegrazione sociale dell’offensore.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] On violence and criminal law |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 51-75 |
Numero di pagine | 25 |
Rivista | ANTIGONE |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2016 |
Keywords
- nozione di Stato
- perdono
- politiche criminali
- restorative justice
- sanzione penale
- violenza
- vittime