Abstract
[Ita:]L’introduzione di una disciplina identica per tutte le banche (one-size-fits-all approach) va spesso a detrimento degli enti più piccoli e rischia altresì di pregiudicare la concorrenza sul mercato. Di qui, il tradizionale utilizzo del principio di proporzionalità quale criterio applicativo di regole altrimenti uniformi, in modo da “calibrare” le norme in base alle particolari caratteristiche di ciascuna banca. Nondimeno, la presenza di notevoli “costi minimi” di compliance e le difficoltà riscontrate dalle autorità di vigilanza nel declinare le proprie strategie di enforcement hanno suggerito di elevare la proporzionalità a vero e proprio metodo per la redazione delle norme. Con il CRD V package, è stata così introdotta la figura degli « enti piccoli e non complessi », cui il legislatore ricollega l’applicazione di una disciplina “più leggera” in tema di SREP e obblighi di reporting. Tuttavia, poiché l’attività di vigilanza deve sempre svolgersi “al più alto livello di consolidamento”, la necessaria parte- cipazione delle BCC a un gruppo bancario cooperativo impedisce l’applicazione delle predette regole e attira tali enti all’interno della più severa disciplina prevista per le large institution. Pur condivisibile per i gruppi bancari tradizionali, espressione della medesima impresa, una simile conclusione non pare invece ragionevole per i gruppi bancari cooperativi, le cui peculiarità impongono all’interprete di adeguare l’applicazione di tali regole alle specificità del caso concreto.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Stability and proportionality in the regulation of banks. The case of the Italian cooperative credit |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 216-242 |
Numero di pagine | 27 |
Rivista | BANCA BORSA E TITOLI DI CREDITO |
Volume | 2023 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2023 |
Keywords
- BCC
- CRD
- CRR
- Community Banks
- MREL
- Proportionality
- Proporzionalità
- SREP
- Stability
- Stabilità