Severini e Giotto

Cecilia De Carli Sciume

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Abstract

[Ita:]Alla fine della prima guerra mondiale si sviluppa nell’area dell’avanguardia una vera koiné europea attorno al cosiddetto “ritorno all’ordine”, un richiamo all’antichità, a una nozione classica dello spazio e del tempo, della composizione e della forma, del disegno e della tecnica, insieme a un’istanza realista variamente connotata. Sintomatici sono i due scritti di Carrà su “La Voce” del 1916, Parlata su Giotto e Paolo Uccello costruttore, certamente oggetto di attenzione per Severini che imposta i lavori di quel periodo in una nuova relazione con i primitivi italiani e la classicità. Dopo aver introdotto tale attraversamento, il contributo analizza in particolare il progetto severiniano (non realizzato) per il grande mosaico dietro l’altare di S. Pietro a Friburgo, risalente al 1931, e l’affresco (realizzato) della chiesa dei cappuccini a Sion in Svizzera (1948-49). Mentre nel primo i riferimenti giotteschi sono episodici, nell’affresco di Sion dedicato al tema delle stimmate di S. Francesco, Severini si rifà compositivamente e concettualmente al riquadro dello stesso soggetto che Giotto dipinse nel ciclo della Basilica Superiore di Assisi. Un significativo omaggio al più antico maestro, pur tradotto nel linguaggio cubo-futurista di quegli anni.
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] Severini and Giotto
Lingua originaleItalian
Titolo della pubblicazione ospiteStudi in onore di Francesca Flores d'Arcais
EditorMARIAGRAZIA ALBERTINI OTTOLENGHI, MARCO ROSSI
Pagine213-217
Numero di pagine5
Stato di pubblicazionePubblicato - 2010

Keywords

  • Giotto
  • Severini
  • art
  • arte

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