Abstract
[Ita:]Il retroterra culturale e letterario delle laude di Iacopone da Todi consente di ipotizzare che la probabile autocitazione come "giullare" nel laudario valga come segnale autodenigratorio da una parte e come indice di utilizzo del codice cortese dall'altra. Tale utilizzo si estende a tutti i principali lessemi del vocabolario lirico profano, e sono presenti nel Laudario secondo una doppia accezione: quella tradizionale letteraria e un'altra sacrale, esito, quest'ultima, di un processo di risemantizzazione. Inoltre, il termine utilizzato mantiene i legami istituzionali con gli altri lessemi del sistema erotico. Iacopone assume insomma il patrimonio lessicale letterario piegandolo a una diversa necessità di comunicare un'esperienza eccezionale. La sua creatività si colloca nel punto di raccordo tra le cose da dire e il mezzo per esprimerle. Ma a differenza dei poeti della Scuola siciliana, disinteressati all'effettiva comunicazione di un contenuto ma interessati a promuovere la poesia e il suo nuovo codice, il linguaggio poetico diviene pre-testo, da investire di nuovo significato. Si tratta di un itinerario delle "Laude" parallelo a quello rivoluzionario della dantesca poesia della lode.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] hindsight and par courtesy |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Iacopone poeta |
Pagine | 283-301 |
Numero di pagine | 19 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2007 |
Keywords
- Italian
- Literature
- cortesia
- iacopone
- lauda
- senno