Abstract
[Ita:]Obiettivi
Obiettivo primario dello studio è verificare se nelle aree ipointense in sequenze
T2 pesate alla risonanza magnetica morfologica (MRI), l’imaging
perfusionale dinamico (DCE) con il parametro wash-in rate (WR) e quello
di diffusione (DWI) mediante il valore di coefficiente di diffusione apparente
(ADC) siano in grado di differenziare le formazioni neoplastiche (CaP) da
quelle non neoplastiche. Obiettivo secondario è identificare un cut-off per i
valori di WR e ADC utile all’identificazione del CaP.
Materiali e metodi
20 pazienti con persistente sospetto di neoplasia prostatica (PSA persistentemente
alterato), dopo un primo set bioptico negativo, sono stati sottoposti
a DCE-MRI e DWI-MRI subito prima della ripetizione di una saturatio biopsy.
La MRI è stata eseguita con bobina endorettale associata a phased array
pelvic coil. L’esame DWI è stato eseguito a 0-600 b-values. Per la DCE-RMI
sono state impiegate sequenze fast SPGR-3D durante la somministrazione
di gadolinio. I valori di WR e ADC sono stati calcolati in ogni sospetta area
ipointensa alle immagini T2 pesate. Sono stati eseguiti 24 prelievi comprendenti
anche la zona di transizione + 2 prelievi aggiuntivi per ogni sede
sospetta alla MRI funzionale da un unico urologo (A.T.), previa discussione
del caso con il radiologo che aveva eseguito l’esame MRI. Il reference standard
è stato l’esame istologico della biopsia eseguito da un unico patologo
(F.P). Lo student’s T-test e le receiver operating characteristic curves (ROC)
sono state impiegate per l’analisi statistica (p<0,05 è stato considerate significativo).
Risultati
Sono state rilevate 77 lesioni ipointense sospette nelle immagini T2
dipendenti. I valori di WR sono risultati significativamente differenti
(p<0,00001) nelle aree con CaP rispetto a quelle non-CaP che sono sempre
risultate di tipo atrofico o flogistico. Per il WR, il cut-off di 4,377 ha
mostrato sensibilità, specificità, accuratezza diagnostica, valore predittivo
positivo (PPV) nella identificazione di CaP pari a 74,2%, 100%, 89,6%
e 100% rispettivamente. Al contrario, i valori di ADC nel PCa non sono
risultati significativamente differenti rispetto a quelli osservati nelle lesioni
non neoplastiche (p=0,07).
Conclusioni
Il parametro WR è risultato affidabile nella identificazione del CaP nelle aree
ipointense in T2, mentre l’ADC non è sembrato in grado di differenziare le
aree flogistiche e atrofiche da quelle neoplastiche.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Role of functional magnetic resonance imaging (DCE-MRI, DWI-MRI) in patients undergoing saturation biopsy for persistent suspicion of prostate cancer despite a first negative biopsy set: preliminary results on monocentric experience |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Libro abstract dell' 84° congresso SIU, 23 - 26 Ottobre 2011, Roma |
Pagine | 156 |
Numero di pagine | 1 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2011 |
Evento | 84° congresso SIU - Roma Durata: 23 ott 2011 → 26 ott 2011 |
Convegno
Convegno | 84° congresso SIU |
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Città | Roma |
Periodo | 23/10/11 → 26/10/11 |
Keywords
- RISONANZA MAGNETICA
- TUMORE PROSTATA