Abstract
[Ita:]Governare il cambiamento richiede proposte non utopiche e irrealizzabili, ma concrete
e attuabili. Negli ultimi dieci anni l’Europa si è trovata a dover affrontare la questione
della de-radicalizzazione: in Inghilterra, in seguito agli attentati del 2005, il governo
ha istituito dei gruppi di lavoro incaricati di avanzare proposte volte ad arginare le
derive fondamentaliste nel Paese. Sull’esempio della Francia fu proposta la creazione
di una scuola nazionale per imam, e di forum preposti allo studio dell’islamofobia e
delle tendenze estremiste, oltre a iniziative inerenti la sicurezza – con risultati, a
distanza di qualche anno, alquanto discutibili, considerato il flusso massiccio di
foreign fighters dall’Inghilterra.
L’Unione Europea, soprattutto in questa fase storica in cui accogliere i profughi in
fuga dalla guerra in Siria è al tempo stesso un dovere e un’emergenza, ha l’obbligo di
approntare programmi di de-radicalizzazione in chiave interculturale e interreligiosa.
Più difficile invece sarebbe intervenire nel vicino mondo arabo, sia per la carenza di
competenze metodologiche e di approccio storico-critico in loco, sia per il rischio di
venir percepiti nuovamente come fautori del neo-colonialismo. Un’eventuale riforma
dell’istruzione nel Vicino Oriente incontrerebbe una duplice difficoltà: all’opposizione
islamista si aggiungerebbe quella dei governanti autocrati (i militari, o le differenti
dinastie locali), che sono restii a formare cittadini “pensanti”. Nella storia
contemporanea infatti, dittatura e istruzione hanno avuto raramente obbiettivi
comuni.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Start over from Islam. For a preventive de-radicalization of religious fundamentalism |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Europa e Islam. Attualità di un relazione |
Editor | A Pin, C Pellegrino |
Pagine | 76-84 |
Numero di pagine | 9 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2016 |
Keywords
- Deradicalizzazione
- Europa
- Fondamentalismo
- Islam