Abstract
[Ita:]I giovani di origine straniera si sentono italiani: è lo sguardo di chi li
osserva che li rende a volte “stranieri a casa propria”. Può bastare una
battuta razzista, una domanda indiscreta, o anche soltanto lo sguardo
indifferente di uno sconosciuto; sono i tratti somatici o un simbolo
religioso di minoranza che richiamano un’estraneità che in realtà non sussiste.
Ma quanto conta l’appartenenza etnica per un adolescente? Quanto è fabbricata, costruita,
inventata, liberamente giocata e messa in discussione? C’è un tratto che unisce molte
biografie di ragazzi di origine non italiana: l’appartenenza alla società italiana, anche se
già vissuta a pieno titolo, va spesso rinegoziata. Spesso è l’adolescenza il momento in
cui devono sperimentare le strategie per riaffermare quest’appartenenza: dall’esito del
processo dipende la collocazione del giovane nel futuro..Nell’era della globalizzazione è un fatto che gli adolescenti stiano crescendo in un mondo
decisamente più multiculturale di quello in cui sono cresciuti i loro nonni e i loro genitori
e che, di conseguenza, sperimentino quotidianamente interazioni con persone che hanno
differenti riferimenti culturali: quali influenze sulla formazione dell’identità, in particolare
dell’identità culturale, si registrano oggi in adolescenza?
I nuovi italiani raccontato il destreggiarsi tra “colori” esterni e interni, ovvero tra costruzioni
identitarie complesse, non facilmente semplificabili, che variano in base alle dinamiche del
bilinguismo, al contesto sociale, alla storia migratoria dei genitori. Tuttavia, Anna Granata
sottolinea sottolinea come crescere tra più culture sia una risorsa più che un problema:
questo lavoro di decostruzione/costruzione, adattamento, interpretazione, richiede una
continua riduzione delle divergenze e delle dissonanze incontrate lungo tutto il percorso e
una messa in gioco delle proprie differenze, che supera la meccanica assimilazione/rifiuto
con soluzioni originali e varie, trovate per approssimazione e tentativi.
Una proposta educativa di marca interculturale deve necessariamente partire da
questa constatazione: gli adolescenti, a prescindere dalle proprie origini e dalle proprie
appartenenze culturali, possono imparare a «vedere le cose con gli occhi, la mente, il
cuore degli altri», proprio perché possono comprendere che, anche se persone e gruppi
«possono vedere la vita in modo differente, hanno comunque bisogni e desideri comuni»
(Hanvey, 1982). Si tratta di un punto di partenza, che può costituire una solida base su cui
costruire le ragioni del dialogo, la capacità di risolvere i conflitti in modo soddisfacente
per tutte le parti coinvolte, l’individuazione di valori condivisi e possibilità concrete di
negoziare una convivenza buona per tutti.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Search for identities, intercultural trajectories and second generations. Seeking identity, intercultural trajectories and second generations |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Building Bridges - L'Educazione Interculturale all'Epoca dei Nuovi Fondamentalismi. Ricerche, sperimentazioni didattiche, progetti educativi. Intercultural Education in the Age of Resurgent Fundamentalism. Research, learning activities, educational projects |
Pagine | 173-174 |
Numero di pagine | 2 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2016 |
Evento | Quarta Giornata Interculturale - Milano Bicocca. Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa" Durata: 26 mag 2016 → 26 mag 2016 |
Convegno
Convegno | Quarta Giornata Interculturale |
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Città | Milano Bicocca. Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa" |
Periodo | 26/5/16 → 26/5/16 |
Keywords
- adolescence
- adolescenze
- competenze interculturali in azione
- cultural differences
- differenze culturali
- intercultural competencies in action