Abstract

[Ita:][Dalle Conclusioni] Come la dottrina ha da tempo compreso, esiste una differenza ontologica tra amministrare conflitti di interessi concreti in situazioni determinate, da un lato, e, dall’altro, disciplinare in generale una serie potenzialmente infinita di conflitti su situazioni descritte solo in termini astratti. Può darsi che questa differenza non sia rilevante per la definizione dell’atto normativo, come categoria generale, e dei contenuti che la legge, in particolare, può assumere, in base alle regole proprie dell’ordinamento repubblicano. Ma la differenza esiste ed è bene non sottovalutarla, neanche quando l’ordinamento impernia la disciplina di un atto, o una parte della stessa, sui caratteri formali dell’atto stesso. Ciò è vero anche sul terreno processuale: la disciplina del giudizio non può prescindere dai caratteri di ciò che ne forma oggetto. Non è affatto assurdo che l’ordinamento colleghi il regime processuale di un atto normativo ai suoi caratteri formali. Ma occorre verificare, punto per punto, che la tenuta di un simile regime non sia messa in crisi dagli altri caratteri che sono propri dell’atto, per evitare che l’applicazione di regole prima facie indifferenti a tali caratteri conduca a risultati irrazionali. Di alcuni di tali problemi potrebbe farsi carico il legislatore; ma se ciò non avviene, è all’interprete che spetta intervenire, con tutti gli strumenti di cui dispone.
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] Administrative regulations and process
Lingua originaleItalian
EditoreJOVENE
Numero di pagine570
ISBN (stampa)978-88-243-2032-0
Stato di pubblicazionePubblicato - 2011

Keywords

  • Fonti del diritto
  • Giustizia amministrativa
  • Giustizia costituzionale
  • Regolamenti amministrativi

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