@book{6151d58b0d4845e7bddbe9ee269ca455,
title = "Razzismi 2.0. Analisi socio-educativa dell'odio online",
abstract = "[Ita:]Odio online, razzismi 2.0, hate speech e ostilit{\`a} verso l{\textquoteright}altro: la diffusione di azioni e linguaggi violenti nel Web preoccupa chi cerca risposte educative. Non si tratta di fenomeni nuovi, ma l{\textquoteright}ambiente digitale fa acquisire caratteristiche specifiche e particolari. Emerge una novit{\`a}: online diventa molto pi{\`u} labile la separazione tra razzismi espliciti e latenti, teorizzata negli ultimi decenni. La cultura convergente e la partecipazione 2.0 diffondono e normalizzano contenuti dichiaratamente ostili o violenti. Il processo di accettazione sociale, che spesso passa dalla critica al “politicamente corretto”, dall{\textquoteright}ironia e dalla pretesa di “non essere preso sul serio”, si nutre della deresponsabilizzazione degli utenti e della banalizzazione delle pedagogie d{\textquoteright}odio. I razzismi si presentano, insomma, come semplificazioni interpretative di un mondo complesso. Il libro – destinato a insegnanti, educatori, operatori sociali, studenti, decisori politici e cittadini – propone un nuovo modo di pensare la media education, facendola uscire dal recinto dell{\textquoteright}educazione formale per promuoverne l{\textquoteright}incontro con la prevenzione e la cittadinanza. Non basta pi{\`u} educare lo spettatore, serve anche educare il produttore che ogni spettatore {\`e} diventato grazie allo smartphone che ha in tasca. Insieme al pensiero critico occorre sviluppare responsabilit{\`a}; in questa direzione sono analizzate le varie caratteristiche dell{\textquoteright}ambiente digitale, come la velocit{\`a}, l{\textquoteright}anonimato, l{\textquoteright}autorialit{\`a}, il ruolo delle immagini e del flaming, nonch{\'e} alcune conversazioni via social network sulle performances razziste degli adolescenti: un caso di etnografia virtuale, ma anche un tentativo di educazione alla riflessivit{\`a}. Come si risponde all{\textquoteright}odio verso l{\textquoteright}altro? Come si crea responsabilit{\`a} sociale? Alla media education si affianca il contributo della pedagogia interculturale e dell{\textquoteright}educazione alla cittadinanza. La proposta {\`e} un approccio morale che educhi a comportamenti di aiuto e cooperazione, orientando ad essere non solo naturalmente, ma anche culturalmente, “negli” altri e “per” gli altri. Si apre dunque un grande campo educativo, ancora pi{\`u} importante della denuncia: promuovere gli anticorpi della Rete e l{\textquoteright}attivismo digitale di cittadini che devono essere formati come agenti morali capaci di soggettivit{\`a} critica, attraverso l{\textquoteright}assunzione di responsabilit{\`a} personale.",
keywords = "Cittadinanza digitale, Intercultura, Intercultural, Media education, Moral Education, Razzismo, Responsabilit{\`a}, Social network, Web, cyberstupidity, digital citizenship, educazione morale, hate speech, media education, racism, responsability, social network, Cittadinanza digitale, Intercultura, Intercultural, Media education, Moral Education, Razzismo, Responsabilit{\`a}, Social network, Web, cyberstupidity, digital citizenship, educazione morale, hate speech, media education, racism, responsability, social network",
author = "Stefano Pasta",
year = "2018",
language = "Italian",
isbn = "978-88-284-0030-1",
series = "QUADERNI PER L'UNIVERSIT{\`A}",
publisher = "Schol{\'e} - Morcelliana",
}