Abstract
[Ita:]L'opera di Dostoevskij è sicuramente foriera di numerose suggestioni per il penalista che permettono di riflettere sul crimine e sulla pena senza cadere in semplificazioni. La letteratura consente, infatti, al giurista di aver un'idea complessa e profonda della realtà umana, opposta a tentativi di schematizzazione. Delitto e castigo e Memorie del sottosuolo offrono molti spunti per delineare un significato di crimine e di pena. A una prima lettura, forse troppo debitrice della dicotomia tra razionalismo occidentale e irrazionalismo russo, il crimine in Dostoevskij potrebbe sembrare frutto di irrazionalismo. Come parlare di castigo potrebbe portare ad abbracciare l'idea che la pena in Dostoevskij risponda a una logica prettamente retributiva. Analizzando i due romanzi, invece, pare che il crimine sia frutto di una logica razionale: ergersi sopra la banalità, dimostrare superiorità. Un tentativo di razionalizzare il mondo e la sua apparente illogicità. Tentativo che però fallisce. Anche la pena non è affatto ispirata a una logica retributiva, ma appare come un percorso volto a ricucire lo strappo tra individuo e società causato dal crimine. La pena è dunque una lunga strada di sofferenza che, però, conduce il reo in un percorso di razionalizzazione del mondo e di conoscenza del significato della sua azione.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Rationality of crime and meaning of punishment in Dostoevsky |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Giustizia e letteratura -I |
Pagine | 84-89 |
Numero di pagine | 6 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2012 |
Keywords
- Criminal law
- Criminologia
- Criminology
- Delitto e castigo
- Diritto penale
- Dostoevskij
- Letteratura
- Literature
- Memorie del sottosuolo
- Teoria della pena