Qualifiche soggettive pubblicistiche e discutibili estensioni dello statuto penale della Pubblica Amministrazione: le Sezioni Unite sull'omesso versamento del PR.E.U.

Francesco D'Alessandro*

*Autore corrispondente per questo lavoro

Risultato della ricerca: Contributo in rivistaArticolo in rivista

Abstract

[Ita:]L’Autore commenta in maniera critica la decisione con cui le Sezioni unite della Corte di cassazione hanno riconosciuto la qualifica pubblicistica del gestore o dell’esercente degli apparecchi da gioco leciti di cui all’art. 110, sesto e settimo comma TULPS, ai fini dell’integrazione del reato di peculato cui all’art. 314 c.p. – nel caso in cui quest’ultimo si impossessi dei proventi del gioco, anche per la parte destinata al pagamento del PREU, non versandoli al concessionario competente – evidenziandone la scarsa persuasività, tanto sotto il profilo della concreta dinamica di corresponsione dell’imposta, quanto in rapporto alla non persuasiva riconduzione nell’alveo dei servizi pubblici di un’attività economica, qual è l’organizzazione e gestione del gioco lecito, che è sì regolamentata puntualmente da norme pubblicistiche ma rimane strutturalmente priva del quid proprium che caratterizza, ai fini penali, tale categoria.
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] Subjective publicistic qualifications and questionable extensions of the criminal statute of the Public Administration: the United Sections on the omitted payment of the PR.E.U.
Lingua originaleItalian
pagine (da-a)1970-1975
Numero di pagine6
RivistaGIURISPRUDENZA ITALIANA
Stato di pubblicazionePubblicato - 2021

Keywords

  • Gestione e organizzazione del gioco lecito
  • Incaricato di pubblico servizio
  • Omesso versamento del prelievo unico erariale
  • Peculato

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