Quali beni comuni? La tradizione fra ragione pratica e sfera pubblica

Paolo Monti

Risultato della ricerca: Contributo in rivistaArticolo in rivistapeer review

Abstract

[Ita:]La trattazione del rapporto tra l’evoluzione delle forme della razionalità pratica e le trasformazioni della sfera pubblica è stato in anni recenti un luogo privilegiato per la ripresa dell’attenzione speculativa intorno al concetto di tradizione. Tale ripresa ha avuto matrici divergenti, dal Neocomunitarismo, al Neopragmatismo, ai contributi di origine sociologica. All’interno di tali trattazioni, il concetto di tradizione è stato variamente riformulato a partire da esigenze teoriche analoghe. Pur nella varietà degli approcci disciplinari e degli orientamenti teoretici, si è rilevata infatti come problematica la progressiva svalutazione del ruolo delle tradizioni ai fini della comprensione dei beni comuni e dei fini collettivi. Si considerano dunque tre contributi esemplari nei quali la nozione stessa di tradizione è stata variamente ripercorsa come ricerca morale razionale storicamente in evoluzione da parte di A. MacIntyre, come forma strutturante le pratiche democratiche da parte di J. Stout, come luogo di mediazione fra la dimensione dell’agire comunicativo e l’insieme delle pratiche sociali da parte di A. Salvatore. La tradizione viene dunque collocata al crocevia fra l’evoluzione delle forme della deliberazione razionale pratica sui beni comuni e la costruzione storica delle norme, delle istituzioni e delle procedure proprie della dimensione pubblica del vivere. Su tali premesse suggeriamo dunque la possibilità di intendere le tradizioni come forme storiche di articolazione cooperativa della ragione pratica, necessarie alla definizione e alla realizzazione dei beni comuni. In quanto tali, le tradizioni sono anche condizione epistemica di esercizio delle pratiche democratiche. La ridefinizione di un concetto di tradizione che sposti l’attenzione dal deposito dei contenuti di conoscenza all’evoluzione delle forme di esercizio cooperativo della ragione pratica rende possibile, in prospettiva, una fruttuosa ripresa di altre nozioni collegate, come quelle di esemplarità, di simbolo, di immaginario condiviso, nonché una diversa comprensione del significato etico e politico della dimensione religiosa all’interno dello spazio pubblico.
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] What common goods? The tradition between practical reason and public sphere
Lingua originaleItalian
pagine (da-a)220-226
Numero di pagine7
RivistaPHILOSOPHICAL NEWS
Stato di pubblicazionePubblicato - 2013
Pubblicato esternamente

Keywords

  • Democrazia
  • Etica della cittadinanza
  • Etica pubblica
  • Pratiche sociali
  • Tradizione

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