Abstract
[Ita:]A partire dai risultati di un’ampia ricerca qualitativa su scala nazionale dedicata alle nuove forme di coproduzione e condivisione abilitate dalle piattaforme digitali, il capitolo si propone di contribuire a concettualizzare il microcosmo dei makers della moda e del design come un nuovo campo di produzione culturale capace di generare innovative forme di integrazione tra economia e società.
Nello specifico il contributo si propone di esaminare il lavoro dei makers ponendo l’attenzione su alcune sue logiche pratiche (Bourdieu, 1998), sulle caratteristiche distintive e sulle differenze interne a questa comunità occupazionale (Van Maanen, Barley 1984), eventualmente elaborando una rassegna di diversi profili di makers. Si tratta di un uso qualitativo della nozione di campo (Schultz 2007) teso a riflettere sui diversi modi in cui ciascun maker interpreta la propria attività e a mostrare come lo sviluppo della produzione tra pari e della manifattura digitale stiano favorendo una nuova organizzazione sociale dei settori moda e design.
Concepita nei primi anni 2000 per descrivere modi alternativi di organizzare il lavoro di singoli individui dediti alla produzione e alla distribuzione di contenuti creativi digitali e immateriali, la produzione tra pari è, infatti, diventata la chiave di volta per descrivere innovativi paradigmi produttivi anche nell’ambito della progettazione, produzione e distribuzione di beni fisici, come ad esempio abiti, tessuti, accessori e oggetti di design.
In tale contesto, Fab Labs e Makerspaces, invece di essere spazi neutri, sono ambienti che accolgono agenti, strutture sociali, abitudini e pratiche che mettono in discussione il tradizionale modo di intendere la produzione, il consumo e il valore dei prodotti di moda e design.
In tale contesto il contributo si propone di esaminare il microcosmo dei makers come un particolare campo della produzione culturale (Bourdieu 2005; 2010) e di integrare questa analisi di con una prospettiva microsociologica (Becker 2004; Hughes 2010), che consente di tematizzare ogni occupazione come esito, continuamente rinegoziato, dell’interazione sociale.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Collaborative production and cultural economy: the effects of participatory culture in the fashion and design sectors |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Italia creativa. Condivisione, sostenibilità, innovazione |
Editor | L BOVONE, C LUNGHI |
Pagine | 105-122 |
Numero di pagine | 18 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2020 |
Keywords
- Creative Industries
- Cultural Economy
- Design
- Fashion
- Industrie Creative
- Moda
- Peer Production
- economia culturale