Abstract
[Ita:]Fatti di cronaca, rapporti nazionali e internazionali, la riflessione politica
e quella pedagogica affrontano spesso il tema delle manifestazioni di
“pensiero prevenuto” nell’ambiente digitale, soprattutto nel Web 2.0,
inteso come “realtà aumentata”, ovvero uno spazio non contrapposto al
reale ma segnato dalle proprie specificità. Si assiste a un approccio segnato
dalla denuncia dell’emergenza e dal continuo allarme (il Web “devastato” dai razzismi),
ma, al contempo, si rileva la “proliferazione policentrica” del discorso razzista e, di fatto,
la sua accettazione sociale, facilitata dal fatto di essere svuotato da raffinatezza dottrinale
e approfondite teorizzazioni. La relazione presenterà una proposta di classificazione dei
“razzismi online”, ottenuta da un’analisi di tipo qualitativo-testuale attraverso il software
T-Lab e svolta durante la tesi di dottorato dell’autore (discussione marzo 2016). Per
individuare risposte educative specifiche e buone prassi di intervento, è necessario analizzare
le diverse forme assunte dal pregiudizio in Rete alla luce degli aspetti affettivo-emotivi e
non solo razionali. I risultati ottenuti sono stati quindi interpretati alla luce di una duplice
bibliografia: da un lato quella della pedagogia interculturale e degli studi classici sui razzismi,
dall’altro quella sulle caratteristiche del digitale, della pragmatica della comunicazione
online e della Media Education. Si farà riferimento inoltre ad alcune conversazioni tramite
il social network Ask.fm con adolescenti contattati – con esiti differenti – poiché, in vario
modo, avevano preso parte a performance razziste; oltre che come caso studio di etnografia
virtuale, si tratta di un esperimento di educazione alla riflessività.
Si noterà come dalla banalizzazione delle tesi razziste e dalla deresponsabilizzazione dello
“stare in Rete” deriva un recupero implicito dell’istanza biologica, su basi non scientifiche,
svuotate di senso, ma paradossalmente accettate e interiorizzate. D’altro canto, nella Rete
si incontrano svariati esempi di attivazione di “cittadini digitali”; anche a partire da questo
“capitale antirazzista”, si sottolineerà il ruolo dell’educazione alla cittadinanza – interculturale,
digitale e morale – nel formare soggetti e agenti morali nella mediapolis, affermando la
responsabilità verso gli altri e traducendo tale valore in azioni coerenti nel Web 2.0.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Prejudice 2.0. Forms of intolerance in contemporary youth culture. Theoretical models and educational practices. Prejudice 2.0. Forms of intolerance in contemporary youth culture. Theoretical models and educational practices |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Building Bridges - L'Educazione Interculturale all'Epoca dei Nuovi Fondamentalismi. Ricerche, sperimentazioni didattiche, progetti educativi. Intercultural Education in the Age of Resurgent Fundamentalism. Research, learning activities, educational projects |
Pagine | 69-70 |
Numero di pagine | 2 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2016 |
Evento | Quarta Giornata Interculturale Bicocca. Fourth Bicocca Intercultural Day Conference - Milano Bicocca. Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa" Durata: 26 mag 2016 → 26 mag 2016 |
Convegno
Convegno | Quarta Giornata Interculturale Bicocca. Fourth Bicocca Intercultural Day Conference |
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Città | Milano Bicocca. Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa" |
Periodo | 26/5/16 → 26/5/16 |
Keywords
- Moral Education
- Web 2.0
- cittadinanza digitale
- digital citizenship
- educazione morale
- racism
- razzismi
- reduction of prejudice
- riduzione del pregiudizi
- web 2.0