Abstract
[Ita:]Il saggio riporta i dati di una ricerca che ha studiato il fenomeno della povertà in una prospettiva insolita, quella dell’estetica nella vita quotidiana, indagata attraverso le caratteristiche, i significati e le funzioni di alcuni oggetti considerati belli. Gli oggetti belli di cui si parla in queste pagine sono i vestiti di cui vengono analizzate le valenze simboliche e identitarie. Pur mancando di libera scelta e pur dovendosi accontentare di ciò che arriva dai circuiti del dono, dalle reti amicali o di assistenza e solidarietà, gli indigenti intervistati hanno dimostrato di selezionare con cura gli oggetti non solo sulla base delle necessità ma soprattutto dei gusti e delle inclinazioni personali. Prescindendo da forme di passiva accettazione, gli abiti scelti riflettono sempre un’estetica molto soggettiva, frutto a volte di interessanti mescolanze fra competenze e capitali culturali diversi. In particolare nell’adeguamento fra risorse disponibili e gusto personale, si intravede un singolare bilanciamento fra emulazione/ostentazione/distinzione che apre un’inusuale prospettiva nello studio della ‘moda’. Si tratta infatti di una forma di emulazione che non è finalizzata alla distinzione ma alla omologazione, alla conquista di una normalità negata o complicata dalla condizioni economiche. Inoltre se è vero che anche l’immaginario collettivo dei poveri è pervaso di modelli più o meno (ir)raggiungibili rispetto alla bellezza corporea e ai codici vestimentari, nei quotidiani della povertà si compiono scelte consapevoli, distinguendo, ad esempio, nettamente fra abiti da lavoro e abiti della festa. Per gli immigrati, in particolare, gli abiti della festa, ovvero gli abiti belli per eccellenza, sono più frequentemente quelli etnici, che funzionano come deposito di memorie collettive e personali da usare in occasioni speciali.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] "Clothes don't die": styles of poverty and circuits of clothes |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | La precarietà degli oggetti |
Pagine | 65-98 |
Numero di pagine | 34 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2010 |
Keywords
- Aesthetic
- Clothes
- Estetica
- Poverty
- Povertà
- Vestiti