Abstract
[Ita:]L'io-mente del filosofo osserva le azioni compiute dalla mente-coscienza-ordinaria (dall'io comune, non filosofico) nel suo operare e fare esperienza, essendosi posto il compito teoretico di dar ragione della struttura della coscienza che consente appunto quell'operatività. In maniera autoriflessiva il "filosofico" si dirige al "non-filosofico" che lo precede geneticamente come campo denso di pratiche intersoggettive e preindividuali, e che pure resta spiegato proprio in e con questa autoriflessione. L'io (filosofico) ricostruisce le categorie teoretiche e pratiche grazie alle quali l'essente può aprirsi all'operatività linguistico-concettuale dell'intelligenza. Nell'aprirsi a se stessa e nell'estroflettersi della coscienza si dischiudono altresì le modalità tramite le quali quel che c'è (l'essente)1 può essere esperito ed epistemicamente illustrato come totalità di rapporti tra esseri, accadimenti, modi di abitare e di vivere la terra, in una parola: quale mondo. Mondo preso nell'orifizio trascendentale della sua gestazione teoretico-pratica.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Not me. Voices, voids |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Fondazione dell'intera dottrina della scienza |
Editor | G Boffi |
Pagine | 239-280 |
Numero di pagine | 42 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2024 |
Keywords
- Johann Gottlieb Fichte
- voce
- Samuel Beckett
- Friedrich Schiller