Abstract
[Ita:]Lucido e sintetico affioramento dalle carte dei «Materiali estetici» e della «Moralità delle opere tragiche», la «Prefazione» al «Conte di Carmagnola» è qui letta alla luce del dialogo fra Manzoni e quelli che furono i suoi interlocutori privilegiati all’inizio del XIX secolo, ma anche nell’originalità delle sue proposte formali. Ne emergono il rigore e l’incisività di una memorabile dichiarazione di poetica, che, a dispetto del monotematico accanirsi dei contemporanei sulla questione delle unità drammatiche, consegna al lettore i cardini dell’estetica manzoniana, meditata guardando a quella europea: immaginazione, universalità del giudizio, unità, verisimiglianza, natura si affermano come sfondo concettuale irrinunciabile dell’arte del bello, imponendosi alla ricezione attraverso le maglie di una stringente e straniante logica del paradosso, in cui l’autore distingue acutamente i piani
logico, linguistico e ontologico del discorso. Le argomentazioni a favore dell’autonomia dell’opera d’arte, smascherando le contraddizioni insite nelle regole convenzionali, guidano la riflessione lungo i nodi che stringono l’essenza dell’opera – cioè la sua verità, la sua natura – alla sua bellezza e alla categoria di bonum: l’arte poetica è così ricondotta alla propria serietà e ad un inevitabile confronto con la sfera morale.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] "There is no newer argument than an old question": prejudices and paradoxes around the "Preface" to the "Count of Carmagnola" |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 51-63 |
Numero di pagine | 13 |
Rivista | RIVISTA DI STUDI MANZONIANI |
Volume | IV |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2020 |
Keywords
- Manzoni
- Morality
- Nature
- Refutation
- Regola
- Rule
- Verisimilitude
- confutazione
- moralità
- natura
- verisimiglianza