Abstract
[Ita:]La l. 113/2020 affronta il problema delle aggressioni al personale sanitario attraverso un mix di misure
preventive e repressive. Il diritto penale comune sanzionava già queste condotte, ma lo status delle persone offese importa l’introduzione di un nuovo reato, che sanziona con una pena fino a 16 anni di reclusione le lesioni gravissime inferte gli operatori sanitari nell’esercizio o a causa delle funzioni svolte, e
di una nuova circostanza aggravante comune, qualora il soggetto passivo di delitti commessi con violenza o minaccia sia un operatore sanitario o socio-sanitario. Si tratta di un’operazione che finisce per alimentare le correnti del diritto penale simbolico e del diritto penale vittimo-centrico: essa è destinata a
rassicurare gli animi dei professionisti della salute, ma rischia di lasciare inalterate le cause che spingono
soggetti vulnerabili, come i pazienti, a infrangere un tabù, decidendo di violare l’incolumità fisica dei
propri benefattori. Non solo: poiché all’irrigidimento sanzionatorio non corrisponde un investimento
per migliorare la qualità dell’assistenza e della comunicazione, la distanza tra paziente e curante nella
relazione di cura corre il pericolo di aumentare.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Nobody touches Hippocrates. Criminal combat against violence committed against health personnel |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 1-26 |
Numero di pagine | 26 |
Rivista | Archivio Penale |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2020 |
Keywords
- art. 583-quater c.p.
- violenze ai danni del personale sanitario