Abstract
[Ita:]L’attività artistica di uno dei curatori più apprezzati, Hans Ulrich Obrist, inizia nella sua cucina con The kitchen show. È il 1991 e poco dopo Obrist cura una mostra di Gerard Richter, allestendola nella casa di Nietzsche. Già cinque anni prima Jan Hoet aveva coinvolto cinquantotto abitazioni della città di Gand in una “mostra domestica diffusa”, Chambre d’Amis , divenuta celebre. Dagli anni Settanta le mostre non restano nei confini istituzionali ma, dopo essere scese in strada, entrano nelle case private, talvolta solo per una sera. In cucina, in camera da letto o in bagno: cade la distinzione fra luogo deputato all’arte e no, fra pubblico e privato. Ciò comporta un cambiamento nella percezione dell’opera e dei legami sociali che la fruizione artistica induce. Questo articolo si propone di documentare e leggere criticamente il fenomeno delle mostre negli spazi domestici dagli anni Novanta a oggi, con particolare attenzione alle iniziative private senza fini di lucro esistenti in Italia.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Places where people live |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 208-227 |
Numero di pagine | 20 |
Rivista | RICERCHE DI S/CONFINE |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2015 |
Pubblicato esternamente | Sì |
Keywords
- arte contemporanea
- esposizioni
- luoghi