Abstract
[Ita:]Il Concilio Vaticano II
costituisce lo spartiacque storico tra due
epoche: quella preconciliare dominata
dalla visione della Chiesa come societas
perfecta inæqualis e dalla conseguente
costruzione del rapporto laico/chierico in
termini di subordinazione /
sovraordinazione e quella post-conciliare
nella quale matura l’idea della
corresponsabilità e partecipazione di tutti
i battezzati - siano essi chierici, laici o
religiosi - nell’edificazione del Corpo di
Cristo. Gli apporti della dottrina
conciliare sono stati trasfusi in termini
giuridici nel Codex del 1983 che pone al
centro del (nuovo) diritto costituzionale
canonico il principio di uguaglianza
specificato dal principio di varietà: tutti i
fedeli sono eguali nella dignità e
nell’azione godendo dei medesimi diritti
e doveri ma ognuno di essi è chiamato a
partecipare alla missione della Chiesa con uno specifico ruolo determinato
dalla rispettiva vocazione e condizione.
Dopo aver dato conto del mutamento di
indirizzo tra il Codice del 1917 e la
nuova codificazione canonica, il presente
contributo si sofferma sull’evoluzione
della concezione del laicato nel post-
Concilio con particolare attenzione ad
alcuni documenti pubblicati nel corso
degli ultimi tre pontificati
sottolineandosene il contributo decisivo
sia quanto all’interpretazione,
arricchimento e sviluppo dei principi
conciliari sia quanto all’applicazione
concreta delle norme codiciali.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Evolutionary lines of the role of the laity in current canon law |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 105-143 |
Numero di pagine | 39 |
Rivista | SCIENTIA CANONICA |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2021 |
Keywords
- can. 517 §2
- communis christifidelium status.
- eguaglianza
- ministeri laicali
- varietà