Abstract
[Ita:]Le zone umide assumono un ruolo cruciale sia nel mantenimento di
molti cicli naturali sia nel sostenere la diversità biologica, tanto da diventare
oggetto di visita e di turismo esperienziale con pratiche le più
diverse come, ad esempio, il birdwatching o la pesca. Quelle italiane
censite dall’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale
(ISPRA) in base all’approccio Pan Mediterranean Wetland Inventory
di MedWet sono 1.515 e corrispondono a una superficie di 771.124,82
ha. Se si considera la Convenzione Ramsar del 1971, le zone umide di
importanza internazionale della penisola basata su 9 criteri risultano 55,
situate in 15 regioni italiane. Esse coprono una superficie pari a 62.016
ha5. Tale areale è in realtà maggiore (82.331 ha) perché altre 10 zone sono in corso di riconoscimento. Di queste, 6 sono localizzate nella Regione Lombardia. Una di esse è rappresentata dalla Riserva Naturale
“Torbiere del Sebino”, dichiarata Zona di Protezione Speciale (ZPS)
dall’Unione Europea nonché Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e al
contempo parte della rete “Natura 2000”. Essa assume una particolare
valenza territoriale, data la necessità di salvaguardare l’ambiente “torbiere”
come evidenziato dalla Direttiva relativa alla conservazione degli
habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.
La torbiera – sia essa alta, bassa, soligena, topogena o di transizone
– è considerata in alcuni casi un “habitat naturale prioritario” a rischio
di estinzione per la cui conservazione la Comunità ha una particolare
responsabilità (Direttiva 92/42/CEE, art. 1, lettera d e successive modifiche9).
Tale habitat è da ritenersi una “componente naturalistica del patrimonio
culturale” atta ad evidenziare il “valore culturale del patrimonio
naturale come ‘testimonianza di civiltà’ in quanto risultante del dinamico
evolvere del rapporto tra uomo e natura”. Ed è proprio tale dinamica
evoluzione che porta ad analizzare le torbiere come risorsa – bene comune
– facente parte di un sistema più ampio. Sistema ben descritto nelle
parole di Alessandra Dalmagioni: “Il sistema paesistico che si instaura
intorno all’area naturalistica delle torbiere del Sebino evidenzia in modo diacronico l’ambivalenza delle componenti artificiali e naturali all’interno
della costruzione storica del paesaggio, ovvero di un paesaggio specifico
determinato dalle proprie qualità di caratteri formali”.
A livello mondiale, metà delle zone umide del pianeta si stima siano
andate ormai perse e vi è il rischio di un declino di quelle rimanenti
La consapevolezza di tale rischio giustifica da un lato la loro tutela,
protezione, salvaguardia e valorizzazione dall’altro la realizzazione di
studi storico-geografici sull’argomento che consentano di trasmettere
l’importanza di queste aree giustificandone la valenza. Valenza data
dalla considerazione che ogni torbiera è “un libro, le cui pagine testimoniano
la storia millenaria del territorio in cui è insediata”.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] The Sebino peat bogs: historical evolution and geographical characteristics |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 75-97 |
Numero di pagine | 23 |
Rivista | CIVILTA' BRESCIANA |
Volume | anno V (2022) |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2022 |
Keywords
- riserva naturale
- turismo culturale
- zone umide