Abstract
[Ita:]Se la narrazione ha un potere performativo, contribuisce cioè a dare forma all’esperienza, le storie di vita - che della narrazione si avvalgono – rappresentano non solo ciò che una vita si lascia dietro di sé come disegno complessivo unitario, ma prefigurazioni emblematiche, insegnamenti che possono guidare il proprio percorso esistenziale, che si possono donare e ricevere. Il potere formativo delle storie di vita consiste infatti nel rivelare il significato di ciò che altrimenti rimarrebbe una sequenza intollerabile di eventi (Arendt), e che può sostenere scelte consapevoli e lungimiranti.
Prima che diventasse strumento di ricerca e strategia formativa la pratica delle storie di vita ha caratterizzato le narrazioni domestiche quotidiane con cui le donne hanno dato fisionomia al tempo e riconoscimento alle trame relazionali familiari e informali.
Approfittando di questa prospettiva marginale rispetto al pensiero dominante, le donne hanno interrogato la cultura ufficiale tentando “un discorso contro egemonico” (hooks) per decostruire una rappresentazione della soggettività implicitamente oppressiva nella sua univocità (Butler). Collocarsi al margine significa contribuire a produrre una narrazione alternativa, in uno spazio di riconoscimento radicale da cui guardare, immaginare, creare nuovi mondi, più giusti. E non per sé soltanto.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Life stories as an educational strategy: a gender perspective |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Le donne si raccontano. Autobiografia, genere e formazione del sé |
Pagine | 43-56 |
Numero di pagine | 14 |
Volume | 2019 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2019 |
Keywords
- donne,
- education,
- formazione,
- ife stories,
- marginality,
- marginalità,
- potere,
- power,
- soggettività.
- storie di vita,
- subjectivity.
- women,