Le "partiture visive" degli anni Sessanta tra utopia e pluralità

Paolo Bolpagni

Risultato della ricerca: Contributo in rivistaArticolo in rivista

Abstract

[Ita:]Congiuntamente al "prodotto" musicale in sé, anche lo strumento della sua codifica e trasmissione, ossia la notazione, ha conosciuto negli anni Sessanta un'evoluzione profonda e repentina, specchio di una temperie magmatica e fertile contrassegnata per un verso dall'eteronomia e dalla politicizzazione in funzione antiborghese dell'operare estetico, per l'altro dall'esplosione di una pluralità dei linguaggi in cui ci troviamo ancor oggi immersi. Le partiture musicali hanno così acquisito una componente iconica e visuale talmente forte da poter essere studiate come opere d'arte a prescindere dalla loro qualità di "spartiti".
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] The "visual scores" of the sixties between utopia and plurality
Lingua originaleItalian
pagine (da-a)11-16
Numero di pagine6
RivistaMUSICA/REALTA'
Stato di pubblicazionePubblicato - 2011
Pubblicato esternamente

Keywords

  • partiture
  • utopia

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