Abstract
[Ita:]La pandemia da Covid-19 ha innescato una profonda riflessione sul tema del lavoro da remoto sia nel mondo aziendale che accademico: la letteratura su questo tema (anche riferito come lavoro agile o telelavoro in Italia) ha prodotto negli ultimi due anni una mole considerevole di prodotti scientifici in diversi ambiti disciplinari (per una disamina più approfondita di questa evoluzione si rimanda a Frigotto et al., 2021b). Di fronte all'emergenza, la riorganizzazione forzata di attività e processi ha fatto sì che la maggior parte dei task legati a lavori di manipolazione simbolica non connessi a macchinari fisici venisse eseguita da remoto - al netto di garantire la sicurezza delle connessioni e la protezione dei dati aziendali. Si è anche parlato, in questo contesto, di "tech-celeration" (Standage, 2020), ad indicare l'accelerazione che, volenti o nolenti, abbiamo sperimentato rispetto all'adozione e diffusione del lavoro da remoto. Un'accelerazione che ci ha portati a compiere in poco più di un anno quello che, con una transizione più armonica, avrebbe probabilmente impiegato 5 o 10 anni a compiersi. Si è trattato di una scossa, certamente per molti versi drammatica, ad un processo che tuttavia era già iniziato anche in Italia, sia in ambito privato che nell'ambito della Pubblica Amministrazione.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Corporate Relational Gyms and their impact on the individual: a field experiment |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Spazi collaborativi in azione |
Editor | F Montanari |
Pagine | 131-142 |
Numero di pagine | 12 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2022 |
Keywords
- smart working
- palestre relazionali