Abstract
[Ita:]Il libro rappresenta un’analisi storica del cambiamento che ha interessato le grandi imprese italiane dai primordi (le grandi icone della seconda metà dell’Ottocento quali Ansaldo, Edison, Fiat) agli anni più recenti. Un’evoluzione che ha comportato prima un cammino virtuoso fino agli anni del miracolo economico, e poi un’inversione di tendenza alimentata dalla propensione alle operazioni finanziarie preferite allo sviluppo reale attraverso le innovazioni tecnologiche. Il declino ha avuto origine da molteplici errori commessi sia dai governi succedutisi dopo il 1948 (errate politiche industriali) che dai grandi capitalisti privati rivelatisi inadeguati soprattutto negli anni della globalizzazione.
Prevalentemente dagli anni Novanta del secolo scorso le risorse di lavoro e capitale lasciate inutilizzate dalle grandi imprese hanno favorito l’espansione di un nuovo genere di capitalismo, il quarto in ordine di tempo. Esso segue il primo caratterizzato dalle grandi imprese nate tali per iniziativa di élites locali e con il sostegno delle grandi banche d’affari (banche miste), il secondo originato dalla crisi di quelle stesse banche miste e dal loro salvataggio, che ha portato le maggiori imprese industriali sotto il controllo dello Stato, e il terzo rappresentato dalle piccole imprese dei distretti industriali e cresciuto negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta. La struttura manifatturiera italiana nel quarto capitalismo vede vincenti le imprese di media dimensione, a controllo familiare e aventi una gestione flessibile condotta da dirigenti le cui competenze equivalgono a quelle tipiche di chi governa le grandi imprese. Le caratteristiche fondamentali di queste aziende sono la specializzazione produttiva, la propensione a creare nicchie di mercato sulle quali posizionarsi come anelli fondamentali nelle catene di fornitura nazionali e internazionali, la forte stabilità finanziaria grazie all’impiego di risorse proprie alimentate dall’autofinanziamento, la collocazione in territori ad elevata propensione di imprenditorialità e a forte densità di lavoratori qualificati; tutti elementi utili per sfruttare le economie di scala esterne alle imprese, ma interne ai sistemi integrati che esse promuovono. Il segno tipico di questo capitalismo è costituito dal suo successo sui mercati internazionali che comporta nel lungo periodo un forte avanzo netto quale saldo tra export e import di merci industriali made in Italy.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Large companies in Italian industrial development |
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Lingua originale | Italian |
Editore | EDUCatt |
Numero di pagine | 287 |
ISBN (stampa) | 9788893358712 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2021 |
Pubblicato esternamente | Sì |
Keywords
- Capitalism
- State-owned enterprises
- banche
- banks
- capitalismo
- commercio estero
- distretti industriali
- economic development
- foreign trade
- imprese pubbliche
- industria
- industrial districts
- industry
- privatization
- privatizzazioni
- sviluppo economico