Le élite politiche italiane e i nuovi equilibri di potere

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Abstract

[Ita:]Esattamente trent’anni fa, nel 1994, Lorenzo Ornaghi e Vittorio Emanuele Parsi mettevano in evidenza come ogni discorso politico sulle élite italiane – e sul ruolo da esse svolto nella vicenda politica del Paese – rischiasse di essere il racconto di un’assenza o perlomeno di un’incompiuta. Il contesto nel quale queste riflessioni venivano proposte è noto. È l’anno del passaggio dalla cosiddetta Prima alla Seconda Repubblica, quando, con un nuovo sistema elettorale prevalentemente maggioritario, le elezioni politiche determinarono un alto tournover parlamentare; nuovi partiti si affacciarono sulla scena politica – primo tra tutti Forza Italia – e quasi tutti, da quel momento in poi, avrebbero avuto ossessivamente la necessità di rincorrere un indistinto nuovo per sbloccare una volta per tutte la democrazia italiana. Le modalità attraverso le quali realizzare un simile intento erano piuttosto radicali: con un sistema istituzionale da costruire dopo la stagione referendaria e sulla base di una lunga serie di progetti elaborati già nel corso del decennio precedente; con un nuovo sistema dei partiti, capace di intercettare le esigenze particolari dei territori, di governare le grandi questioni ambientali e sociali e di soddisfare le attese di una società sempre più aperta al mondo globalizzato; e ovviamente con una nuova classe politica, capace di fissare una cesura netta rispetto a quella precedente, legata «a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare», per citare una frase emblematica del discorso con il quale Silvio Berlusconi scese in campo. Com’è forse inevitabile quando alcuni passaggi storici vengono caricati di eccessive attese, il bilancio che possiamo trarre tre decenni dopo ha forse più ombre che luci. Nonostante alcuni studiosi avessero messo in guardia dai pericoli derivanti da un eccesso di entusiasmo, una misurata ragionevolezza non caratterizzò quegli anni e quindi non poche promesse allora annunciate non sono state poi mantenute. Non è questa la sede per un bilancio. Piuttosto, nelle prossime pagine si vuole cercare di capire se è ancora valida la constatazione di Ornaghi e Parsi: dopo trent’anni, quando invochiamo le élite italiane, ci troviamo a raccontare la storia di un’assenza o di un’incompiuta?
Lingua originaleItalian
Titolo della pubblicazione ospiteD. Palano (a cura di), Il futuro della democrazia italiana. Politica e società al tempo del governo Meloni
Pagine153-173
Numero di pagine21
Stato di pubblicazionePubblicato - 2024

Keywords

  • Elite Theory, Liberal Democracy, Democratic Elitism, Italian Democracy

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