Abstract
[Ita:]Una società giusta e bene ordinata è, secondo Rawls, quella fondata su principi che tutti i cittadini possano ragionevolmente sostenere e nella quale sono rispettati l’eguale dignità di tutti i cittadini. Riproponendo la tradizione contrattualista di Locke, Rousseau e Kant, Rawls ci conduce attraverso l’esperimento mentale di una situazione originaria in cui gli uomini agiscono senza alcuna informazione circa la propria classe, razza, religione o etnia: in tale condizione gli uomini sceglierebbero i due principi dell’uguale libertà e dell’equa distribuzione dei beni sociali primari. Rawls attraversa un graduale ripensamento della propria prospettiva negli anni ’80, a fronte del riconoscimento delle insuperabili diversità culturali proprie di una società multietnica e multiculturale come quella americana. La riflessione Rawls è stata ampiamente dibattuta intorno ad alcuni punti critici: l’individualismo della sua concezione, l’esclusione del contributo delle religioni dal dibattito politico, l’oblio dei vulnerabili nella definizione del problema della giustizia, l’abbandono del liberalismo come dottrina comprensiva di liberazione dell’uomo. La radice comune di queste difficoltà è la separazione operata da Rawls fra la questione del bene e la questione della giustizia, come rilevato da critici come Sandel, Kittay, Nussbaum e Waldron. L'apertura dei suoi ultimi scritti sulla prospettiva di una giustizia globale, anche se parziale, rappresenta l'eredità più promettente per il dibattito contemporaneo sulle teorie liberali della giustizia.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] The liberal theory of justice by John Rawls |
---|---|
Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Il problema della giustizia |
Editor | Marco Ferrari |
Pagine | 67-78 |
Numero di pagine | 12 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2017 |
Pubblicato esternamente | Sì |
Keywords
- Democracy
- Democrazia
- Giustizia
- John Rawls
- Justice
- Liberalism
- Liberalismo
- Pluralism
- Pluralismo