TY - CHAP
T1 - La rinuncia al paradigma retributivo come cardine di una teoria della giustizia
AU - Eusebi, Luciano
PY - 2019
Y1 - 2019
N2 - [Ita:]Il contributo sottopone a critica, morale e razionale, l’idea così fortemente radicata nella nostra cultura che interpreta la giustizia in termini di corrispettività tra le condotte e, in genere, ogni realtà plurale (ogni dualità) come implicante un conflitto, quantomeno potenziale.
Si tratta di una prospettiva – icasticamente rappresentata dall’immagine della bilancia – secondo la quale, una volta operato un giudizio negativo nei confronti di una certa realtà umana, individuale o collettiva, ciò legittimerebbe l’agire reciprocamente negativo nei confronti della medesima: per il suo danno, la sua sconfitta, la sua esclusione dalla trama dei legami solidaristici e tante volte, com’è avvenuto nel corso della storia, per la sua stessa eliminazione.
Se il diritto, osserva l’Autore, si è adoperato per limitare le conseguenze di una simile visione, tuttavia non è riuscito a liberarsene: così che, per esempio, le modalità, essenzialmente retributive, che hanno caratterizzato fino a oggi l’inflizione delle sanzioni previste dai sistemi penali rispondono a uno schema delle relazioni umane dalle ricadute ben più estese rispetto al solo ambito riguardante il contrasto della criminalità: con riflessi nelle relazioni internazionali, nel modo d’intendere il confronto politico, nei rapporti economici e, perfino, nei legami personali. È lo stesso schema, del resto, che ha legittimato nel corso dei secoli le classiche teorie della guerra «giusta», che esigono di essere superate, dinnanzi agli strumenti della possibile distruzione totale, se si vuole garantire un futuro all’umanità.
L’alternativa viene reperita in un orientamento progettuale della giustizia, conforme ai principi della restorative justice: tale che si superi la logica del negativo per il negativo, perseguendo, piuttosto, la finalità di tornare a rendere giuste, per tutti, relazioni che non lo siano state. Nella consapevolezza che la ritorsione del male non riattiva, di per sé, il bene.
Di un simile orientamento vengono offerte esemplificazioni, in particolare, per quanto concerne il modo di concepire la prevenzione dei reati e le prospettive di evoluzione dei sistemi sanzionatòri penali.
AB - [Ita:]Il contributo sottopone a critica, morale e razionale, l’idea così fortemente radicata nella nostra cultura che interpreta la giustizia in termini di corrispettività tra le condotte e, in genere, ogni realtà plurale (ogni dualità) come implicante un conflitto, quantomeno potenziale.
Si tratta di una prospettiva – icasticamente rappresentata dall’immagine della bilancia – secondo la quale, una volta operato un giudizio negativo nei confronti di una certa realtà umana, individuale o collettiva, ciò legittimerebbe l’agire reciprocamente negativo nei confronti della medesima: per il suo danno, la sua sconfitta, la sua esclusione dalla trama dei legami solidaristici e tante volte, com’è avvenuto nel corso della storia, per la sua stessa eliminazione.
Se il diritto, osserva l’Autore, si è adoperato per limitare le conseguenze di una simile visione, tuttavia non è riuscito a liberarsene: così che, per esempio, le modalità, essenzialmente retributive, che hanno caratterizzato fino a oggi l’inflizione delle sanzioni previste dai sistemi penali rispondono a uno schema delle relazioni umane dalle ricadute ben più estese rispetto al solo ambito riguardante il contrasto della criminalità: con riflessi nelle relazioni internazionali, nel modo d’intendere il confronto politico, nei rapporti economici e, perfino, nei legami personali. È lo stesso schema, del resto, che ha legittimato nel corso dei secoli le classiche teorie della guerra «giusta», che esigono di essere superate, dinnanzi agli strumenti della possibile distruzione totale, se si vuole garantire un futuro all’umanità.
L’alternativa viene reperita in un orientamento progettuale della giustizia, conforme ai principi della restorative justice: tale che si superi la logica del negativo per il negativo, perseguendo, piuttosto, la finalità di tornare a rendere giuste, per tutti, relazioni che non lo siano state. Nella consapevolezza che la ritorsione del male non riattiva, di per sé, il bene.
Di un simile orientamento vengono offerte esemplificazioni, in particolare, per quanto concerne il modo di concepire la prevenzione dei reati e le prospettive di evoluzione dei sistemi sanzionatòri penali.
KW - modello retributivo della giustizia: critica
KW - prifili della "restorativejustice"
KW - rischi di tale modello circa il futuro dell'umanità
KW - modello retributivo della giustizia: critica
KW - prifili della "restorativejustice"
KW - rischi di tale modello circa il futuro dell'umanità
UR - http://hdl.handle.net/10807/142378
M3 - Chapter
SN - 9788843096725
VL - 1176
T3 - STUDI SUPERIORI
SP - 75
EP - 92
BT - La giustizia riparativa. Psicologia e diritto per il benessere di persone e comunità
A2 - Patrizi, P.
ER -