La prova del pregiudizio non patrimoniale attraverso le presunzioni

Emanuele Tuccari

Risultato della ricerca: Contributo in rivistaArticolo in rivista

Abstract

[Ita:]In seguito ad un incidente stradale, un giovane subisce gravi lesioni e deve essere costantemente assistito. La madre decide pertanto di lasciare il lavoro per prendersi cura del figlio. Oltre ad una profonda sofferenza interiore, la donna ha subito un evidente sconvolgimento della propria vita. Il problema che si pone nel caso in questione è quello della prova del pregiudizio sofferto. La Suprema Corte accorda il risarcimento richiesto dalla madre e motiva la propria decisione evidenziando la possibilità di dimostrare il danno non patrimoniale attraverso tutti i mezzi di prova. In quest’ottica, il danno, adeguatamente allegato, può essere infatti provato attraverso il ricorso alle presunzioni. In particolare, si approfondiscono tre profili: i rapporti tra danno biologico e le altre voci di danno non patrimoniale, il problema della prova del danno non patrimoniale da lesione dello stretto congiunto e, infine, la distinzione tra pregiudizi non patrimoniali in presenza o in assenza di reato. Quest’ultima distinzione risulta però superflua: la madre avrebbe ugualmente ottenuto il risarcimento del danno, pur in assenza di reato, in seguito alla lesione dei diritti inviolabili della famiglia, tutelati dagli artt. 2, 29 e 30 Cost.
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] Evidence of non-pecuniary prejudice through presumptions
Lingua originaleItalian
pagine (da-a)1012-1022
Numero di pagine11
RivistaLA NUOVA GIURISPRUDENZA CIVILE COMMENTATA
Stato di pubblicazionePubblicato - 2011
Pubblicato esternamente

Keywords

  • Danno non patrimoniale

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