@book{008d3b5246104d80aa42c3a0b53da776,
title = "La poesia e le cose. Su Leopardi",
abstract = "[Ita:]Leopardi non lamenta l impossibilit{\`a} teorica di affermare un infinito oltre il finito. In questione {\`e} per lui piuttosto il non darsi di un infinito terreno che sia ad un tempo visibile udibile gustabile tastabile annusabile. {\`E} la vanit{\`a} delle cose, la loro strutturale incapacit{\`a} ad appagarci pienamente, ci{\`o} che il vero misura: essenzialmente cognizione di limiti e confini non pu{\`o} mancare di annunciare: una radicale ingratitudine, un ostinata obiezione a riconoscere che queste cose non sono affatto nulla, pur nella loro irrimediabile fragilit{\`a}. Non si tratta ai suoi occhi n{\'e} di negare il limite n{\'e} di assolutizzarlo, ma piuttosto di leggerlo in rapporto continuo coll infinito e coll uomo : di lasciare che sia il desiderio a cogliere l oltre che ogni limite, proprio in quanto limite, annuncia. Un illusione: ci{\`o} che {\`e} pi{\`u} vero del vero. L icona pi{\`u} tipicamente leopardiana di tale operazione {\`e} certamente la siepe de L Infinito, allorch{\'e}, concludendo le possibilit{\`a} dello sguardo, apre orizzonti interminati e sovrumani .",
keywords = "Leopardi Giacomo, Philosophy, aesthetics, poetry, Leopardi Giacomo, Philosophy, aesthetics, poetry",
author = "Stefano Biancu",
year = "2006",
language = "Italian",
isbn = "88-8483-402-3",
series = "ITINERARI FILOSOFICI",
publisher = "Mimesis",
}