Abstract

[Ita:]I bambini non sono “poeti”. E nemmeno i poeti sono “bambini”, anche se, naturalmente, lo sono stati. Quindi, in che senso dobbiamo prendere in considerazione il rapporto tra la poesia e i bambini? Che relazione intercorre tra il linguaggio infantile e il linguaggio poetico studiato e interpretato dall’estetica letteraria? Per capire la questione è innanzitutto necessario chiarire subito di che “poesia” stiamo parlando: la poesia dei bambini, la poesia per i bambini o la poesia tout-court, quella del discorso letterario, quella che tutti i poeti adulti scrivono per altri adulti, ma che (solo in certe forme e in certi casi?) può essere condivisa con i bambini? Molti studiosi (in genere pedagogisti, ma anche letterati interessati alla questione e moltissimi insegnanti) sostengono che i classici, nella loro versione poetica, sono assolutamente alla portata dei bambini. Sì, va bene, ma da quale punto di vista? Il linguaggio dei bambini, sia nella forma che nei contenuti, appare molto vicino a quello della poesia, non c’è alcun dubbio. Ma stiamo parlando di linguaggio, non di lingua. Nei bambini ritmo e sonorità fanno parte del loro usuale e naturale modo di comunicare, mentre non è così nei poeti, dove la musicalità è ricercata all’interno di una lingua particolare volta a costituire un altrettanto particolare effetto, semantico e formale, all’interno di un linguaggio poetico condiviso.
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] Poetry and children
Lingua originaleItalian
Titolo della pubblicazione ospiteI limoni Annuario della poesia in Italia - 2022
Pagine15-34
Numero di pagine20
Stato di pubblicazionePubblicato - 2023

Keywords

  • Poesia, Bambini, Lingua, Linguaggio

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