Abstract
[Ita:]La svolta di politica monetaria della Bce, con la fine del QE e l’aumento dei tassi di policy, si giustifica con la necessità di ancorare le aspettative d’inflazione all’obiettivo del 2%. Tuttavia, l’abbandono della forward guidance e il passaggio all’approccio meeting-by-meeting privano la Bce di uno strumento utile per guidare le aspettative: questo potrebbe rendere più costoso il processo di disinflazione. L’assetto operativo della politica monetaria nell’area euro sta evolvendo verso un new normal, nel quale l’obiettivo operativo è il livello dei tassi di interesse a breve termine e il mercato monetario continua a presentare un eccesso strutturale di riserve: in questo nuovo assetto, il tasso di policy rilevante non è più quello sulle operazioni di rifinanziamento principali, ma quello sulla deposit facility. In una fase, come quella attuale, di rialzo dei tassi di interesse è importante tenere sotto controllo i rischi di frammentazione tra i paesi della zona euro. A questo riguardo, va riconosciuto che il nuovo strumento TPI ha una condizionalità più leggera dell’OMT, ma comunque impegnativa; inoltre, il suo utilizzo lascia ampi margini di discrezionalità al Governing Council.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] The normalization of monetary policy in the euro area |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 33-44 |
Numero di pagine | 12 |
Rivista | OSSERVATORIO MONETARIO |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2022 |
Keywords
- debito pubblico
- politica monetaria