Abstract
[Ita:]Il saggio studia le forme di contestazione e di resistenza operate dalle donne contro la dittatura argentina, che nel periodo dal 1974 al 1983 si rese responsabile della sparizione di migliaia di dissidenti. Oggetto privilegiato di analisi sono la ‘manipolazione delle parole’ macchinata dal regime e le sue implicazioni sul piano giuridico. Tale disegno servì da un lato a dissimulare gli abusi di potere della classe dirigente, dall'altro a impedire ogni forma di umana immedesimazione, soppiantata dal processo di 'reificazione' delle vittime. La 'contraffazione' linguistica determinò il sovrapporsi di due livelli normativi: quello 'pubblico', costituito da atti legislativi legittimi solo formalmente operanti, e quello 'segreto', composto dagli ordini illegittimi di sparizioni ed esecuzioni letali estranei a ogni forma di controllo legale. Al «lessico del terrore» del regime oppressivo si oppose la lotta per la verità delle donne argentine: la 'silenziosa danza di protesta' delle Madres de Plaza de Mayo e le narrazioni di chi sopravvisse alle violenze. Nella parte conclusiva, l'autrice esplora la relazione tra i drammatici eventi della dittatura argentina e i 'crimini contro l'umanità', in particolare quello di 'genocidio' la cui corrente definizione tuttavia non permette di sussumere i fatti sotto la citata fattispecie.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] The narration of women as a way of (re) composition in response to the violence of the oppressors: silences and voices from Argentina |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Giustizia e letteratura II |
Editor | GABRIO FORTI, CLAUDIA MAZZUCATO, ARIANNA VISCONTI |
Pagine | 777-791 |
Numero di pagine | 15 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2014 |
Keywords
- Argentina
- Female resistance
- Genocide
- Genocidio
- Language manipulation
- Madres de Plaza de Majo
- Manipolazione del linguaggio
- Resistenza femminile