Abstract

[Ita:]Rispetto alla diffusione mondiale, il ritardo europeo dell’agricoltura conservativa è attribuibile in larga parte alla Politica agricola comunitaria (Pac), che per anni ha erogato sussidi rivolti all’intensificazione produttiva, trascurando il rapporto tra agricoltura e ambiente. Con le ultime revisioni, quel criterio ha lasciato il posto alla sostenibilità ambientale e alla protezione delle risorse naturali: sono stati rimossi gli incentivi che si erano rivelati controproducenti per l’ambiente, sostituendoli con altri rivolti ad una gestione sostenibile dell’agrosistema. In questo modo gli agricoltori sono spinti ad adottare nuove pratiche agricole per conservare i terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali. Tuttavia, perché la diffusione in Italia possa procedere più speditamente, occorre che vengano promosse azioni a tre livelli: quello degli indirizzi di politica agricola, quello della meccanizzazione apposita e quello di un’assistenza tecnica dedicata. Rispetto alla non lavorazione, le lavorazioni classiche richiedono un impegno elevato di risorse, sia in forma di investimenti per l’acquisto di macchine agricole, sia per la manutenzione, i combustibili e la manodopera. Di contro, la semina su sodo esige l’acquisto di una speciale seminatrice, più costosa di quella tradizionale, ma l’uso di risorse risulta complessivamente inferiore. Non servono più l’aratro, gli erpici, le trattrici di elevata potenza e l’impiego di carburanti è decisamente minore.
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] Processing management
Lingua originaleItalian
pagine (da-a)8-9
Numero di pagine2
RivistaTERRA E VITA
Volume53
Stato di pubblicazionePubblicato - 2013

Keywords

  • Conservation Agriculture
  • No-tillage
  • Soil Structure
  • Tillage

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