Abstract
[Ita:]L’articolo si propone un’analisi della retorica narrativa del film Lo scafandro e la farfalla (2007, diretto da
Julian Schnabel, scritto da Ronald Harwood).
Il contributo inizia sottolineando il rinnovato interesse per la retorica narrativa tanto negli studi sul cinema e la
televisione, quanto nelle analisi che, in prospettiva bioetica, considerano la correttezza di come i problemi di ini-
zio e fine vita sono raccontati nei film e nelle serie televisive.
Il contributo procede illustrando il proprio approccio, quello della teoria della sceneggiatura. Lo schema clas-
sico di costruzione di una trama è messo a fuoco nella sua valenza argomentativa. Gli snodi che lo costituisco-
no, infatti, possono essere considerati come altrettanti passaggi di un confronto dialettico dove una tesi è appro-
fondita nel confronto con una tesi opposta. Nel caso del film in questione, la tesi è: “la relazione con gli altri,
la condivisione, rende la vita degna anche nella sofferenza”, la controtesi è: “una malattia paralizzante impedi-
sce una vita degna”.
L’articolo continua approfondendo la nozione di “retorica progressiva”, sottolineandone i tratti essenziali: im-
postazione costruttiva; riconsiderazione del concetto di limite; dovuto approfondimento della tesi contraria;
tono non predicatorio; rispetto del dato.
Nelle conclusioni, si argomenta come il film in esame inveri tutti questi aspetti. In particolare, si argomenta che
anticipata alla prima parte del film la scelta bioetica dirimente, la storia può poi svilupparsi in una direzione
costruttiva e creativa, non polemica.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] The argumentative dimension of the film story in bioethics: the case of The diving suit and the butterfly |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 603-631 |
Numero di pagine | 29 |
Rivista | Medicina e Morale |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2016 |
Keywords
- assiologie
- axiologies
- end of life
- fine vita
- narrative rhetoric
- retorica narrativa