Abstract
[Ita:]Il tema ha ad oggetto il dibattito, ancora vivo in dottrina ed in giurisprudenza, circa le condizioni per la proponibilità dell'azione di risoluzione, da un lato, e dell'azione di risarcimento ex novo, dall'altro, nel procedimento iniziato per ottenere l'adempimento.Chiamate a dirimere il contrasto in atto, le Sezioni Unite della Cassazione hanno, con la sentenza in commento, preso da ultimo posizione per un orientamento estensivo della regola di cui al 2° comma dell'art. 1453 cod. civ., interpretandola come comprensiva della facoltà, da parte del contraente non inadempiente, di proporre anche istanze risarcitorie, in quanto attuative della medesima ratio di concentrazione e di pienezza di tutela che consente il mutamento della domanda da adempimento in risoluzione, in modo da garantire un'adeguata realizzazione del diritto nel rispetto di un principio di economia processuale. Il presente studio ripercorre le ragioni riportate dalla S.C. a fondamento della tesi sostenuta, evidenziandone le evoluzioni rispetto alla tesi tradizionale ma anche i limiti e i ripensamenti, questi ultimi forse prova di un percorso non ancora del tutto compiuto verso un coerente e consapevole riconoscimento del favor novorum a vantaggio del contraente non inadempiente.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] The Court of Cassation retraces its steps (but up to a certain point): the admissibility of the claim for damages and the limit of the events that occurred. |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 1001-1009 |
Numero di pagine | 9 |
Rivista | LA NUOVA GIURISPRUDENZA CIVILE COMMENTATA |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2014 |
Keywords
- risarcimento
- risoluzione