Abstract
[Ita:]OBIETTIVO: Obiettivo del presente lavoro è quello di valutare l’impatto del programma di screening per la prevenzione del tumore della cervice uterina(CCU) e della vaccinazione anti-HPV sulla popolazione femminile e sulla
classe medica.
METODI: In un Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale, le Unità di Ricerca delle Università di Roma “Sapienza”, Cassino, Ferrara, Palermo e Roma Cattolica hanno valutato attraverso un’indagine campionaria conoscenze, attitudini e comportamenti in materia di prevenzione primaria e secondaria del CCU.
In tale lavoro vengono riportati i risultati relativi alle risposte dei medici e delle mamme delle vaccinande.
RISULTATI: Il 91% dei medici partecipanti ritiene che le donne vadano vaccinate prima dell’inizio dei rapporti sessuali, e per l’88.6% prima della vaccinazione va approfondito il concetto della trasmissibilità dell’HPV per via sessuale. L’11.4% dei medici ha rilevato effetti collaterali del vaccino anti-HPV, tutti di natura lieve (da reazioni locali nel sito dell’inoculazione a lipotimia).
Il 52.2% dei ginecologi rispondenti ha dichiarato di aver fatto parte di campagne di screening per la prevenzione del CCU, e fra questi il 61% dichiara che è stato alto o molto alto il grado di soddisfazione delle pazienti nei confronti del Programma di screening, che risulta per l’88.6% una metodica costo-efficace.
In relazione ai media che possono essere utili per aumentare la percentuale di donne che si sottopongono a screening cervicale, il 61.4% dei medici ritiene importante internet e il 29.5% i social network.
Prima di ricevere l’invito, era a conoscenza dell’esistenza di una vaccinazione anti-HPV il 67.2% delle mamme, il 96.9% e il 16.4% riconosce che le principali malattie legate all’infezione da HPV sono, rispettivamente, il CCU ed i condilomi genitali.
La decisione di vaccinare la propria figlia è avvenuta prevalentemente dopo consultazione con il Medico di famiglia/Ginecologo (43%).
L’80.5% dichiara che anche le donne vaccinate contro l’HPV dovrebbero fare il PAP test. Il 64.1% pensa che debbano essere vaccinate solo le femmine, e il 34.4% sia femmine che maschi. Conoscono il pap test il 90.6 % delle mamme delle vaccinande, mentre lo hanno effettuato almeno una volta il 94.5% di esse, con che sono rimaste soddisfatte degli aspetti
comunicativi nell’88.3% dei casi.
CONCLUSIONI: La lotta al tumore della cervice uterina deve avvalersi dell’integrazione fra la prevenzione primaria e secondaria, anche attraverso i nuovi media e i social network, che per raggiungere livelli ottimali di soddisfazione, necessitano di essere alimentati da informazioni corrette scientificamente ed efficaci dal punto di vista della comunicazione.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Integration between primary and secondary prevention of cervical cancer: the perspectives of doctors and mothers of vaccinates in the results of an Italian multicenter study |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 426-426 |
Numero di pagine | 1 |
Rivista | IGIENE E SANITÀ PUBBLICA |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2011 |
Pubblicato esternamente | Sì |
Evento | XII Conferenza Nazionale di Sanità Pubblica ROMA 12-15 ottobre 2011 LA SANITÀ PUBBLICA TRA GLOBALIZZAZIONE, NUOVE ESIGENZE DI SALUTE E SOSTENIBILITÀ ECONOMICA: LA SFIDA DELL’INTEGRAZIONE - Roma Durata: 12 ott 2011 → 15 ott 2011 |
Keywords
- Prevenzione
- Studio multicentrico
- Tumore Cervice uterina