Abstract
[Ita:]Gli studi sul complesso fenomeno dalla dipendenza tecnologica (si veda ad esempio Adam Alter, Irresistible) hanno evidenziato come le logiche di funzionamento dei servizi più utilizzati siano guidate da un intento ben preciso, quello di catturare e mantenere l’attenzione degli utenti.L’obiettivo è prevedere in modo sempre più preciso e arrivare anche in qualche misura a determinare i nostri comportamenti: il fatto che cliccheremo o meno su un certo link, apriremo un’immagine o un video, leggeremo o no un certo post. Per essere sicuri di ottenere questo obiettivo può essere estremamente utile una tecnica, come il neuromarketing, che consente di individuare ciò che vogliamo ancora prima che arrivi a un livello di coscienza, quando è un impasto di pura istintualità, e come tale ingovernabile, perentorio. Ma anche relativamente facile da soddisfare, secondo un infallibile schema stimolo-risposta.
Le tecniche di neurobranding non sono dunque altro che l’evoluzione estrema di una logica già all’opera in buona parte dei servizi online che usiamo quotidianamente.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Impulses or desires? For an ethical use of neuromarketing techniques |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Neurobranding |
Pagine | 2-436 |
Numero di pagine | 435 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2020 |
Pubblicato esternamente | Sì |
Keywords
- Neurobranding, neuromarketing