Abstract
[Ita:]L’articolo studia due scene dell’Edipo re e dell’Antigone di Sofocle, tragedie che sembrano aver avuto fortuna nel IV sec. a.C. ispirando anche rappresentazioni figurative su ceramiche d'uso quotidiano di destinazione funeraria in ambiente magno greco e siculo.
I vv. 924-1068 nel terzo Episodio dell’Edipo Re di Sofocle vengono riletti alla luce delle immagini sul cratere a calice a figure rosse del Pittore di Capodarso (330 a.C. ca, Museo archeologico regionale Orsi di Siracusa Paolo, 66557), dove sono raffigurate due bambine vicine al vecchio servo di Corinto, Edipo e Giocasta. Si tratta chiaramente di Ismene e Antigone, il che sorprende per il fatto che nessuna didascalia dell’Edipo Re segnala in questa scena la presenza delle due piccole ed è segnale di come il testo continui a vivere attraverso una libera interpretazione anche nei secoli successivi. I cinque personaggi raffigurati in questa pittura fanno emergere una studiatissima tensione drammatica, tanto che la scena sembra essere il “fermo immagine” di una rappresentazione teatrale, a cui allude anche il fronte-scena raffigurato.
I vv. 384-442 del Secondo Episodio sembrano ispirare una rappresentazione teatrale con una scena riprodotta esattamente sulla pittura di una Nestoris lucana a figure rosse (390-370 a.C., British Museum di Londra, F 175), anch’essa di destinazione funeraria.
| Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Images and Imaginations of Antigone in the Sophocles myth |
|---|---|
| Lingua originale | Italian |
| Titolo della pubblicazione ospite | Compagni di Classici IV |
| Pagine | 193-202 |
| Numero di pagine | 10 |
| Volume | 2021 / vol. iV |
| Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2021 |
Keywords
- Antigone
- Ismene