Abstract
[Ita:]CEO e Founder di Sensemakers, ha conseguito una laurea in Legge e
un MBA in Bocconi. Ha iniziato il suo percorso manageriale in TIM,
proseguendo poi in IPSE. Il suo percorso lo ha portato alla direzione
della Comunicazione di UniCredit Group e di Adnkronos, diventando
poi Chief Executive O cer di Demoskopea,  no alla fondazione di
Sensemakers nel 2013.
Alla luce delle molteplici trasformazioni multidimensionali che
il settore mediale sta attraversando, come sta cambiando l’analisi
dei media e l’interpretazione dei dati che ne derivano?
L’analisi quantitativa sta assumendo un ruolo sempre più forte: il
mercato è pervaso da una notevole mole di dati, raccolti in tempo
reale, e il trend futuro è di consolidamento e di un uso sempre più
massivo dei dati stessi per lo sviluppo di strategie data-driven. Il sempre
maggiore valore dei dati non esclude tuttavia quella necessaria
sensibilità umana e lettura critica, fondamentale per una corretta
comprensione del dato stesso.
Stiamo vivendo a oggi una sempre maggiore ibridazione e digitalizzazione
di dati provenienti da fonti diverse. Il principio guida di
Sensemakers è di interoperabilità, permettendo a dati diversi di uniformarsi
e dialogare fra loro.
Quali sono, in questo complesso scenario, le skill imprescindibili
per operare in questo comparto?
Sensemakers al momento ricerca  gure professionali complesse, in
grado di coniugare le conoscenze statistiche e matematiche, tipiche
di un Data scientist, con le competenze tecnologiche che permettano
una piena comprensione di come il dato è stato raccolto, perché
la modalità di raccolta può in uenzare il dato stesso. Si aggiungono
a queste hard skill delle imprescindibili soft skill. In modo particolare
un expertise di comunicazione e una padronanza della teoria
dei media, per comunicare al meglio gli insights ottenuti dalle analisi
e ettuate, rendendoli “appetibili” ai potenziali investitori pubblicitari
o alle aziende che o rono servizi in abbonamento. Risulta in ne
nevralgica una corretta comprensione delle dinamiche sociologiche e
psicologiche per una precisa comprensione delle audience.
L’analisi hard del dato non può perciò prescindere da soft skill di analisi
dello stesso, per una lettura dei fenomeni mediali nella loro interezza.
Quali sono le  gure professionali più rilevanti in questo ambito?
C’è un pro lo che si sta imponendo come particolarmente signi-
 cativo e necessario?
La  gura che si sta sempre più ricercando è in grado di coniugare
l’interesse per l’analisi del contenuto televisivo, e dei di erenti palinsesti,
con competenze statistiche e matematiche, e interesse per
il contesto psicologico e sociologico della audience. Il vero tema è di
mettere insieme queste di erenti anime. L’attuale contesto mediale
mostra, inoltre, una sempre maggiore permeazione e ibridazione del
mondo televisivo con le dinamiche social, verso cui le nuove  gure
professionali devono mostrare interesse e attenzione per una corretta
lettura delle audience.
Il contesto mediale è in ne sempre più globale e interconnesso, in cui
dati provenienti da paesi di erenti devono essere fra loro confrontabili,
e in cui dinamiche mediali locali possono poi interessare molteplici
paesi, come successo ad esempio con Squid Games. Le attuali
 gure professionali che il mercato ricerca necessitano perciò di una
necessaria apertura cosmopolita, che trova la sua forza nella capacità
di coniugare quelle hard e soft skill prima menzionate.
| Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] The witness. Fabrizio Angelini |
|---|---|
| Lingua originale | Italian |
| Titolo della pubblicazione ospite | Libro bianco delle PROFESSIONI DELLA COMUNICAZIONE 2023 |
| Pagine | 1-218 |
| Numero di pagine | 218 |
| Volume | 2023 |
| Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2023 |
| Pubblicato esternamente | Sì |
Keywords
- Dati
- Professioni della comunicazione
- Analisi statistiche