Abstract
[Ita:]L’articolo propone una riflessione sul tableau vivant come forma rappresentativa che si
colloca all’incrocio tra cinema, performance e pittura.
L’analisi di The mill and the cross (Majevsky, 2011) scandisce i passaggi di un
ragionamento che vede nell’azione, intesa come elemento essenziale del filmico, la
possibilità di attivare un percorso esplorativo e una ricerca performativa rispetto
all’immagine nella sua versione still. Ecco allora che il movimento diviene la modalità
espressiva principale in grado di entrare nelle profondità dell’immagine conferendole uno
spessore in termini spazio-temporali: la macchina da presa entra letteralmente nel quadro,
ne svela i dettagli, ne rilavora le coordinate fondamentali, sviluppando o eventualmente
attribuendo una linea narrativa colta solo nell’attimo oppure, talvolta, semplicemente
lasciata in fieri. Così facendo, la “messa in azione dell’immagine” innescata dal dispositivo
cinematografico mostra i processi di embodiment e re-enactment in grado di rendere il
tableau effettivamente vivant.
Compromesso tra cristallizzazione e svolgimento, il tableau vivant si pone dunque come
affascinante formula di disposizione al racconto, che se per un verso ripropone i codici
estetici e rappresentativi tipici dell’immagine pittorica, per l’altro verso apre questa stessa
immagine all’azione intesa come performance. Quest’ultima, intesa sia in senso attoriale e
quindi attivata in un qui e ora, è al contempo filmica, consentendo la fissazione di un gesto
che si sgancia dall’evento e rende visibile l’immagine prolungandone la possibilità di
mostrare le sue trame nascoste.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] The tableau vivant as a strategy of action: The colors of Majewski's passion |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 191-197 |
Numero di pagine | 7 |
Rivista | FATA MORGANA |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2014 |
Pubblicato esternamente | Sì |
Keywords
- intermedialità
- tableau vivant