"Il suo volto impresso sul rovescio della mia mente". Per Sarah Kane

Guido Boffi*

*Autore corrispondente per questo lavoro

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Abstract

[Ita:]L’approccio di Sarah Kane al teatro è interamente un “corpo a corpo”. La quête di questa grande drammaturga e poetessa inglese è consistita infatti, già dalle sue esperienze iniziali in veste di attrice e subito dopo di regista, nel comporre e ricomporre quel che resta del corpo, cioè della mente. Il breve saggio che presento mette a fuoco in particolare l’ultimo testo: 4:48 Psychosis (1999, postumo; primo allestimento 2000). Dopo le immagini di corpi violentati, le scene carnali della persecuzione esibite dai suoi primi tre testi (Blasted, 1995; Phaedra’s Love, 1996; Cleansed, 1998), opere di una teatralità eccessiva pregna di valenze civili e politiche, sovraccaricata da un gergo estremo, 4:48 Psychosis si lascia alle spalle strazio ed efferatezza, come in misura diversa già aveva fatto il lavoro appena precedente (Crave, 1998). Kane dissolve brano a brano azione fisica e trama drammatica, in cerca della mappa esatta ma ignota del corpo-mente immateriale, per trovare riparo e tenerezza.
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] "His face imprinted on the back of my mind." For Sarah Kane
Lingua originaleItalian
Titolo della pubblicazione ospiteIl corpo parlante. Contaminazioni e slittamenti tra psicoanalisi, cinema, multimedialità e arti visive
EditorG Bartorelli, G Bianchi, R Salvatore
Pagine277-290
Numero di pagine14
Stato di pubblicazionePubblicato - 2021

Keywords

  • body
  • corpo
  • teatro
  • theater

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