Abstract
[Ita:]Il suicidio nella realtà penitenziaria italiana è in forte aumento. Questo dato allarmante, fornito dalle più recenti statistiche ufficiali, è la dimostrazione più evidente dell’attuale invivibilità delle carceri italiane e ciò soprattutto se si tiene conto del netto scarto tra il tasso di suicidio nella popolazione penitenziaria e quella libera. A fronte di una situazione così preoccupante – al punto da far temere una nuova condanna per l’Italia da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo –, estremamente necessari si rivelano efficaci piani di intervento preventivo. Tuttavia, considerata l’unicità di ogni gesto suicidario (e la sua conseguente mai totale prevedibilità), la via più efficiente ed efficace per ridurre l’alto numero di suicidi sembra essere quella che, attraverso la mobilitazione di risorse di tipo culturale, favorisce una nuova cultura dell’esecuzione penale e, dunque,un ripensamento della pena. Si tratta di traguardi fortemente auspicati dopo il documento finale degli Stati Generali, che dovranno tuttavia ancora farsi attendere, vista la recente riforma dell’ordinamento penitenziario,la quale – in linea con le scelte politiche in materia penale dell’attuale Governo – continua a privilegiare la tradizionale concezione carcerocentrica della pena.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Suicide in prison. Criminological analysis and political-criminal perspectives |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 75-93 |
Numero di pagine | 19 |
Rivista | Rivista Italiana di Medicina Legale e del Diritto in Campo Sanitario |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2019 |
Pubblicato esternamente | Sì |
Keywords
- carcere
- fattori di rischio
- prevention
- prevenzione
- prison
- risk factors
- suicide
- suicidio