Il ruolo della memoria di lavoro nei processi di memoria prospettica. Implicazioni cliniche da studio di caso singolo

Cecilia Monti, Matteo Sozzi, Massimo Corbo, Michela Balconi*

*Autore corrispondente per questo lavoro

Risultato della ricerca: Contributo in libroContributo a convegno

Abstract

[Ita:]La Memoria Prospettica (MP) si riferisce alla funzione cognitiva deputata alla pianificazione e al recupero di piani di azione orientati al futuro. Nel suo funzionamento implica un equilibrio complesso tra memoria di un’intenzione e l’esecuzione di attività concomitanti, richiedendo quindi importanti risorse di working memory (WM). Recenti evidenze hanno esaminato il ruolo della WM nella MP allo scopo di valutare se le due funzioni condividono risorse cognitive o si caratterizzano come processi indipendenti. In particolare è ancora dibattuto se la MP sia sempre influenzata dalla disponibilità di risorse della WM oppure se il piano d’azione per il futuro possa essere recuperato in modo automatico in relazione alle condizioni del compito. Il nostro studio ha l’obiettivo di esaminare il rapporto tra WM e MP in un paziente con difficoltà di MP obiettivate da errori in ambito ecologico e severa sindrome disesecutiva a seguito di coma post anossico da arresto cardiocircolatorio. A tale scopo sono stati realizzati due esperimenti nei quali sono state manipolate le variabili di carico cognitivo (basso, alto) e modalità di recupero dell’informazione prospettica (event-based, time-based). Entrambi gli esperimenti richiedevano l’esecuzione di un compito prospettico: nell’esperimento 1 il soggetto eseguiva un compito concomitante a basso carico cognitivo (somma aritmetica semplice), nell’esperimento 2 il compito concomitante presentava un carico cognitivo maggiore (PASAT). In ciascun esperimento sono stati presentati blocchi di item in cui il compito di memoria prospettica veniva associato ad un cue sonoro (event-based condition) oppure recuperato autonomamente dal soggetto ad un tempo definito dallo sperimentatore (time-based condition). I risultati ottenuti dal paziente sono stati confrontati con un gruppo di 9 partecipanti neurologicamente sani di pari età e scolarità. I dati del paziente mostrano una prestazione significativamente deficitaria esclusivamente nella condizione a maggiore complessità e in rievocazione automatica (PASAT-time based condition). Inoltre confrontando l’effect size degli esperimenti svolti dal paziente, si osserva una differenza significativa rispetto ai controlli tra i due livelli di difficoltà (somma aritmetica vs. PASAT). I nostri risultati sembrano supportare l’ipotesi di un’influenza della WM sulle abilità di MP soprattutto laddove il carico cognitivo è elevato, e che tale influenza emerge in modo specifico sulla base della modalità di recupero, vale a dire in assenza di un cue esterno. Tali risultati, sebbene relativi allo studio di un caso singolo, forniscono ulteriori evidenze da declinare nell’ambito della valutazione e riabilitazione maggiormente strutturata dei deficit di memoria prospettica.
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] The role of working memory in prospective memory processes. Clinical implications from a single case study
Lingua originaleItalian
Titolo della pubblicazione ospiteAtti del «Congresso Annuale SINP 2017»
Pagine54-55
Numero di pagine2
Stato di pubblicazionePubblicato - 2017
EventoCongresso Annuale SINP 2017 - Palermo
Durata: 24 nov 201725 nov 2017

Convegno

ConvegnoCongresso Annuale SINP 2017
CittàPalermo
Periodo24/11/1725/11/17

Keywords

  • Memoria di lavoro
  • Memoria prospettica
  • Neuropsicologia

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